Un’eruzione solare di grandi dimensioni è stata osservata il 13 giugno sulla nostra stella.

Il brillamento (flare) è durato circa tre ore e ha provocato un’enorme espulsione di massa coronale (Cme), una nuvola di plasma incandescente che si allontana dal Sole ad altissima velocità.

Questa potente energia liberata dal Sole, quando raggiunge l’atmosfera terrestre, può dar luogo al fenomeno ottico delle aurore boreali e disturbare le reti elettriche. Secondo gli esperti, tuttavia, l’eruzione di ieri non era in direzione della Terra, ma alcune particelle di vento solare hanno comunque causato un black out radio nella regione dell’Asia Pacifico.

Il fenomeno è stato registrato come M3.4, collocandolo nella classe media delle esplosioni solari. In base alla loro luminosità e quindi alla potenza, i brillamenti sono identificati con classi differenti: le eruzioni di classe A, B e C, sono quelle che si osservano abitualmente, quelle di classe M avvengono in prossimità della massima attività solare, quelle di classe X si presentano durante i picchi del ciclo undecennale.

L’evento è stato ripreso da due veicoli spaziali con differenti orbite: il Solar Dynamics Observatory (Sdo), che dal 2010 studia il Sole dall’orbita terrestre, e il Solar and Heliospheric Observatory (Soho) lanciato nel 1995 che gira intorno al Sole al Punto 1 di Lagrange, un punto gravitazionale stabile a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra.

In questa fase del ciclo undecennale della nostra stella, i picchi di attività magnetica dovrebbero verificarsi nel 2025.

 

Immagine in apertura: Il flare del 13 giugno 2022 osservato dal Solar Dynamics Observatory – Crediti: Nasa