In un nuovo articolo pubblicato su Nature, un team internazionale di ricercatori provenienti dall’Università di Cardiff sostiene che ad aver innescato l’anomalo tsunami formatosi dopo l’eruzione del Tonga-Hunga Ha’apai siano state le Agw (acoustic gravity waves – onde acustiche di gravità).

Le Agw sono onde sonore molto lunghe che possono estendersi per decine (anche centinaia) di chilometri e viaggiano sotto l’effetto della gravità. Si generano a seguito di fenomeni naturali estremi come eruzioni vulcaniche o terremoti e possono attraversare anche le profondità dell’oceano o l’atmosfera alla velocità del suono.

Lo studio rivela che lo tsunami provocato dal Tonga abbia viaggiato da 1,5 a 2,5 volte più velocemente di uno tsunami innescato da un vulcano, attraversando gli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano in meno di 20 ore a velocità di circa 1000 km/h.

Con una potenza centinaia di volte superiore la “Little boy” (la bomba atomica sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945), l’eruzione del Tonga (avvenuta il 15 gennaio scorso) è stata la più grande del XXI secolo, nonché la più grande dopo quella del Krakatoa avvenuta nel 1883.

Lo tsunami provocato dal Tonga, insieme ai disturbi atmosferici registrati grazie ai satelliti, ha fornito un’opportunità unica per studiare il meccanismo fisico di formazione e amplificazione degli tsunami globali tramite la risonanza con le onde acustiche di gravità.

Ciò potenzialmente ci consentirà di andare oltre la teoria o la “prova di concetto” e, di conseguenza, di sviluppare modelli di previsione più accurati e sistemi di allerta in tempo reale.

In alto: L’eruzione del Tonga ripreso dal satellite Himawari-8
Crediti immagine: Japan Meteorological Agency