Nuove tipologie di vele solari: è questo il fulcro del progetto Diffractive Solar Sailing, selezionato dalla Nasa nel corso della Fase III del programma Niac (Nasa Innovative Advanced Concepts).

Dato che le agenzie governative (o altri soggetti privati attivi in campo aerospaziale) intendono raggiungere mete cosmiche sempre più distanti dalla Terra, è vitale, per il successo di queste future missioni di esplorazione, implementare gli attuali sistemi di propulsione oppure svilupparne di nuovi.

Gli attuali modelli di “vele solari riflettenti” non offrono ottimali capacità di navigazione; al contrario, le nuove “vele solari diffrattive”, in ragione delle loro dimensioni (più ridotte) e materiale impiegato (più leggero), consentirebbero ai veicoli spaziali di utilizzare in modo più efficiente la luce solare, senza dover sacrificare la manovrabilità.

Come una normale barca a vela sfrutta il vento per navigare sull’oceano, le vele solari sfruttano la pressione esercitata dalla luce del Sole per spingere satelliti o qualsiasi veicolo spaziale (con o senza equipaggio).

Tuttavia, queste nuove vele non serviranno esclusivamente per raggiungere gli orizzonti più lontani del cosmo; infatti, saranno altrettanto utili per svolgere esplorazioni in prossimità del Sole.
Per esempio, questa nuova tecnologia sarà impiegata per comprendere al meglio tutti quei fenomeni strettamente legati al nostro Sole; in particolare, sarà possibile posizionare “costellazioni di vele” che, sfruttando la pressione costante della luce solare, compiranno delle orbite intorno al Sole e sorvoleranno le aree della stella più difficile di raggiungere (come i suoi poli).
In questo modo, si avrà la possibilità di esplorare porzioni della nostra stella finora sconosciute ed acquisire informazioni uniche e inedite.

In alto: rappresentazione artistica delle vele solari diffrattive.
Crediti immagine: MacKenzi Martin