Il Very Large Telescope dell’Eso ha osservato un nuovo tipo di esplosione stellare: una micronova. Questi fenomeni si verificano sulla superficie di alcune stelle e possono bruciare in poche ore un’enorme quantità di materiale. Lo studio, appena pubblicato su Nature, ha coinvolto numerosi atenei ed enti di ricerca tra l’Inaf-Osservatorio di Capodimente.  

Le micronovae sono eventi molto potenti, ma piccoli – su scala astronomica. Sono meno energetiche dei ‘botti’ stellari conosciuti come novae. Entrambi i tipi di esplosione si verificano sulle nane bianche, stelle morte con una massa simile a quella del Sole ma dalle dimensioni analoghe a quelle delle Terra.

Una nana bianca in un sistema binario può rubare materiale, principalmente idrogeno, dalla sua compagna, se le due stelle sono abbastanza vicine tra loro. Quando questo gas cade sulla superficie caldissima della nana bianca innesca la fusione degli atomi di idrogeno in elio, generando un’esplosione termonucleare. Nelle novae questi fenomeni estremi si manifestano sull’intera superficie stellare.

Le micronovae sono esplosioni simili, su scale più ridotte e più rapide, che durano solo alcune ore. Si verificano sulla superficie di alcune nane bianche con forti campi magnetici, che incanalano il materiale verso i poli magnetici della stella.

Il team dell’Eso si è imbattuto per la prima volta in queste misteriose micro-esplosioni durante l’analisi dei dati del satellite Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della Nasa. Gli astronomi hanno osservato tre micronovae con Tess: due provenivano da nane bianche note, ma la terza ha richiesto ulteriori osservazioni con lo strumento X-shooter installato sul Vlt per confermare che fosse una nana bianca.

«Con l’aiuto del Very Large Telescope abbiamo scoperto che tutti questi lampi ottici sono stati prodotti da nane bianche – spiega Simone Scaringi, astronomo della Durham University e primo autore del paper – questa osservazione è stata fondamentale per interpretare il nostro risultato e per la scoperta delle micronovae. La risposta rapida di telescopi come il Vlt e la suite di strumenti disponibili ci permetteranno di svelare più in dettaglio la  misteriosa natura delle micronovae».

L’individuazione delle micronovae si aggiunge al repertorio di esplosioni stellari sinora conosciute. Gli astronomi ora tenteranno di ‘catturare’ altri eventi sfuggenti che richiedono indagini su larga scala e, a seguire, misurazioni rapide.

Immagine in alto: elaborazione artistica del fenomeno illustrato nello studio (Crediti: Eso/M. Kornmesser, L. Calçada)