Una nuova famiglia di satelliti per la connessione Internet si appresta a riempire l’orbita bassa. È la costellazione Kuiper di Amazon, che punta a mandare nello spazio 3.236 satelliti. Il progetto, già annunciato da tempo, adesso si fa concreto: Amazon ha appena firmato quello che è il più grande contratto mai stipulato nella storia dei voli spaziali, che prevede 83 lanci per mettere in orbita il grosso della costellazione nei prossimi cinque anni. A siglare l’accordo con Amazon, annunciato durante la 37esima edizione dell’International Space Symposium a Colorado Springs, sono United Launch Alliance, Blue Origin e Arianespace. Le aziende coinvolte non hanno rilasciato informazioni sui costi, ma è probabile che si tratti di un contratto di diversi miliardi di dollari.

Da United Launch Alliance Amazon ha comprato 38 lanci a bordo del vettore Vulcan Centaur. Mentre Blue Origin di Jeff Bezos, che con questo contratto torna a unirsi in matrimonio con Amazon dopo averne lasciato la presidenza la scorsa estate, metterà a disposizione 12 lanci con la possibilità di aggiungerne altri 15 a bordo del vettore New Glenn. Nell’accordo c’è infine anche l’Europa con Arianespace, che fornirà 18 voli a bordo del razzo Ariane 6 – impegno che vedrà anche la partecipazione italiana con Avio, che produce a Colleferro i booster per i razzi Ariane.

I tre vettori scelti da Amazon sono tutti di medie o grandi dimensioni, adatti al trasporto di un numero piuttosto elevato di satelliti per ogni lancio. Ma soprattutto si tratta di razzi al debutto: nessuno dei tre ha ancora mai volato, e dovrebbero tutti vedere il loro volo inaugurale tra il 2022 e il 2023.

Grande assente è l’invece rodato Falcon 9 di SpaceX, che con Starlink è diretto competitor della futura costellazione Kuiper di Amazon. Tanto più che Elon Musk ha recentemente accettato di far volare i satelliti di OneWeb, terzo grande attore nel panorama della banda larga satellitare, fortemente penalizzato dal ritiro dei vettori Soyuz come conseguenza del conflitto russo-ucraino.

Tra Starlink, OneWeb e Kuiper, nei prossimi anni vedremo dunque l’orbita bassa sempre più affollata. Con qualche preoccupazione in più per gli astronomi, il cui lavoro viene di fatto ostacolato dal crescente business delle megacostellazioni di satelliti.

 

Immagine in apertura: Rappresentazione artistica dei razzi Ariane 6, New Glenn e Vulcan Centaur, che saranno utilizzati per il progetto Kuiper. Crediti: Amazon/Business Wire