Prove generali per Artemis I. Il 4 aprile è ricominciato ufficialmente il cosiddetto wet dress rehearsal test. Si tratta di una ‘prova generale’ volta a testare tutte le procedure di lancio fino a pochi secondi prima dell’accensione dei motori. Il termine wet (‘bagnato’) si riferisce al fatto che il test prevede il caricamento del propellente nei serbatoi del razzo – in questo caso lo Space Launch System, ovvero il vettore più potente mai costruito.

Completata questa importante tappa, il programma che punta a portare il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna potrà essere ufficialmente inaugurato con il suo primo volo senza equipaggio.

La ripresa del wet test è stata confermata lunedì 4, quando in Italia erano circa le 18, dopo lo stop di domenica per un problema tecnico. Il test, cominciato lo scorso 1 aprile, si era bloccato per motivi di sicurezza a poco più di due ore dalla conclusione. Il problema non riguardava il lanciatore, ma le ventole che garantiscono la pressurizzazione del vettore. Il team della Nasa si è messo subito al lavoro per analizzare la situazione, in modo da poter riprendere il test al più presto. Cosa che è effettivamente avvenuta, con il team di missione che ha dato il ‘go’ all’inizio della procedura per il caricamento del propellente nel vettore.

il countdown, riferisce un Tweet della Nasa, ha ricominciato da T – 6 ore e 40 minuti. Questo significa che la parte del test svolta venerdì notte e sabato non andrà sprecata, ma si riprenderà appunto dal caricamento del propellente.

Se tutto andrà come previsto con il wet dress rehearsal test, nei prossimi giorni dovrebbe essere decisa la data per il liftoff di Artemis I. Al momento la capsula Orion è già integrata nell’ogiva dello Space Launch System, posizionato sulla rampa di lancio 39B del Kennedy Space Center, in Florida.

Due sono per adesso le finestre di lancio possibili, secondo quanto riportato recentemente dalla Nasa: la prima va dal 7 al 21 maggio, mentre la seconda va dal 6 al 16 giugno.

 

Immagine in apertura: Lo Space Launch System con la navicella Orion. Crediti: Nasa