L’osservatorio a raggi X Chandra della Nasa ha osservato una serie di buchi neri in forte crescita all’interno della galassia della Ragnatela. Lo studio è in pubblicazione su Astronomy & Astrophysics e vede come primo autore Paolo Tozzi dell’Inaf, oltre a diversi ricercatori dell’Infn e dell’Università di Trieste.

La Ragnatela, ufficialmente conosciuta come J1140-2629, è situata a circa 10,6 miliardi di anni luce dalla Terra al centro di un protoammasso, un insieme di galassie e gas che alla fine evolveranno in un ammasso galattico .

Secondo quanto si legge nello studio, almeno un quarto di tutte le galassie massicce presenti nella Ragnatela ospitano un nucleo galattico attivo e i buchi neri presenti al loro interno stanno accrescendo gas ed emettono radiazione ad altissima energia. Questo dato è tra cinque e venti volte superiore alla frazione rilevata in altre galassie di età e massa simili.

La maggior parte delle macchie visibili nell’immagine ottica sono galassie nel protoammasso, comprese le quattordici che sono state rilevate nel nuovo scatto di Chandra. Queste sorgenti di raggi X rivelano la presenza di materiale che cade verso buchi neri supermassicci contenenti centinaia di milioni di volte la massa del Sole. Il protocluster della Ragnatela si trova nel momento del ‘mezzogiorno cosmico’, ovvero al massimo tasso di formazione stellare.

I dati raccolti suggeriscono che alcuni fattori ambientali sono responsabili del gran numero di buchi neri famelici presenti nel protocluster. Una delle cause potrebbe essere l’alto tasso di collisioni e interazioni tra le galassie, che sta spingendo il gas verso i buchi neri al centro di ciascun ammasso, fornendo grandi quantità di materiale da consumare. Un’altra spiegazione è che il protoammasso contenga ancora grandi quantità di gas freddo che viene consumato più facilmente rispetto a quello caldo.

Secondo gli scienziati, uno studio approfondito dei dati del telescopio spaziale Hubble potrebbe fornire importanti indizi sulla voracità dei buchi neri della Ragnatela. Le future ricerche potrebbero utilizzare anche la nitida visione a raggi X di Chandra per esplorare altri protoammassi.

 

Immagine: la galassia della Ragnatela vista da Chandra. Credit: X-ray: Nasa/Cxc/Inaf/P. Tozzi et al; Optical (Subaru): Naoj/Nins; Optical (Hst): Nasa/Stsci