Un terreno marziano cerebrale è l’affascinante protagonista di una nuova immagine scattata da Mars Express, missione dell’Esa lanciata nel 2003, che ha puntato il suo sguardo su Utopia. Questa regione, situata nell’emisfero settentrionale del Pianeta Rosso, è di alto interesse scientifico avendo una ricca presenza di ghiaccio ed essendo, inoltre, il più grande bacino di impatto del Sistema Solare.
Proprio due crateri di impatto sono al centro della fotografia scattata il 12 luglio 2021 dalla High Resolution Stereo Camera (Hrsc) e recentemente rilasciata da Esa. L’immagine ritrae una parte di Utopia Planitia, la distesa piana che si estende su un diametro di circa 3300 km sul bacino di Utopia. Una pianura che nasce, di fatto, dal processo di riempimento di questo colossale e antico bacino da parte di un mix di sedimenti, lavici ma non solo, trasportati sulla superficie marziana dall’acqua, dal vento o altri processi naturali.
Il cratere meno grande (in basso a sinistra) è composto da accumuli che formano strutture concentriche e complesse come le creste tipiche della superficie di un cervello umano. Una morfologia dovuta al materiale ghiacciato che si trova vicino al confine tra le pianure settentrionali di Marte e i suoi altipiani meridionali.
Utopia Planitia è una regione intrigante, anche per Mars Express: la missione ha l’obiettivo, tra gli altri, di mappare ad alta risoluzione le strutture superficiali e subsuperficiali per la ricerca di acqua o ghiaccio. In questa enorme distesa marziana il ghiaccio è stato, infatti, individuato sia in superficie sia appena sotto la stessa. Inoltre, rilevazioni radar e osservazioni di crateri più giovani hanno mostrato la presenza di ghiaccio anche in profondità maggiori.
Esterni ai due crateri principali, nella stessa immagine sono individuabili diverse depressioni smerlate, ossia con forme da circolari a ellittiche, con profondità di diverse decine di metri e dimensioni variabili che arrivano fino a migliaia di metri. Il collasso di queste superfici è la traccia del ghiaccio sul suolo marziano che una volta sciolto ed evaporato ha modellato questa particolare superficie.
La camera Hrsc, responsabile di queste ultime immagini, ha mostrato del pianeta Marte le diverse peculiarità caratterizzanti la superficie planetaria: dalle creste scolpite dal vento e i crateri d’impatto, alle faglie tettoniche e antichi bacini fluviali o persino di lava. Un ottimo risultato per una missione che vede l’importante contributo italiano. Tra gli strumenti imbarcati sulla sonda, l’Agenzia Spaziale Italiana ne ha forniti due. Lo spettrometro di Fourier Pfs per lo studio dell’atmosfera e il radar subsuperficiale Marsis, realizzato con il contributo Nasa/Jpl.
«È incredibile come dopo quasi 20 anni di operatività la missione Esa Mars Express, tra le più longeve di sempre, riesca ancora a stupirci con nuove importanti scoperte – afferma Giuseppe Sindoni, Responsabile di progetto dell’Asi per lo strumento Pfs a bordo di Mars Express – L’osservazione di strutture ghiacciate all’interno del più grande bacino d’impatto del nostro Sistema Solare va ad affiancarsi a tante altre rivelazioni, come per esempio la presenza di acqua liquida sottosuperficiale e il metano atmosferico osservati rispettivamente con gli strumenti italiani Marsis e Pfs. E siamo sicuri che Mars Express ci riserverà ancora altre sorprese alla scoperta dei misteri del pianeta rosso».
Immagine: immagine “true color”, ossia che riflette ciò che sarebbe visto dall’occhio umano, che mostra Utopia Planitia. Crediti: Esa/Dlr/Fu Berlin