Ha già un nome: Alfa-Cen-Terra, un pianeta simile al nostro, ma che al momento è solo un modello.

Il prototipo è stato realizzato da un team di astrofisici del Politecnico federale di Zurigo (Eth) che, in uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal, ha ricostruito l’immagine di un esopianeta in orbita attorno ad Alfa Centauri A/B sulla base delle connessioni chimiche esistenti tra un pianeta e la sua stella. Il sistema binario di Alfa Centauri, che si trova nella costellazione del Centauro, è l’oggetto più simile al Sole che si trova vicino alla Terra: gli elementi che si trovano nelle rocce del sistema sono ferro, magnesio e silicio, mentre tra gli elementi volatili troviamo idrogeno, carbonio e ossigeno.

Sulla scorta di modelli, che riproducono la composizione chimica delle Centauri, gli scienziati sono stati in grado di riprodurre un pianeta ipotetico che orbiti intorno a loro. Il corpo replicato è geochimicamente simile al nostro pianeta e per questo è stato soprannominato Alfa-Cen-Terra. Se esistesse, la sua capacità di immagazzinare acqua nel suo interno roccioso potrebbe essere equivalente a quella terrestre; il nucleo di ferro sarebbe leggermente più grande, l’attività geologica inferiore, mentre la tettonica a placche quasi assente; il mantello risulterebbe composto prevalentemente da silicati, come per il 90 per cento della nostra crosta terrestre. Tuttavia, la sorpresa più grande riguarda l’atmosfera primordiale dell’ipotetico pianeta: dominata da anidride carbonica, metano e acqua, proprio come l’atmosfera presente sulla Terra tra i 4 e i 2,5 miliardi di anni fa, quando emersero i primi segni di vita.

Da quest’anno e fino al 2035, le due stelle del sistema Alfa Centauri A e B, che a occhio nudo sembrano un’unico astro, saranno sufficientemente distanti da poterle osservare senza che la luce di una disturbi la vista dell’altra. Chissà se possa essere questa l’occasione per scoprire un vero Alfa-Cen-Terra che orbita intorno a loro, entrando così a far parte degli attuali 5 mila esopianeti finora catalogati.

Sebbene in passato altri studi abbiano cercato pianeti rocciosi abitabili, l’attuale ricerca può guidare future osservazioni e ottimizzare il ritorno scientifico delle nuove straordinarie infrastrutture astronomiche, terrestri e spaziali, in fase di sviluppo. Dall’osservatorio spaziale James Webb, appena lanciato e che studierà le atmosfere di pianeti rocciosi che transitano di fronte a stelle più deboli del Sole, all’Extremely Large Telescope (Elt), attualmente in costruzione in Cile e che per la fine del decennio osserverà direttamente pianeti rocciosi che orbitano attorno a stelle simili al Sole. Nel futuro prossimo attendiamo il Large Interferometer for Exoplanets (Life) che studierà l’atmosfera di caldi esopianeti rocciosi con tecnologie d’avanguardia.

 

Immagine in apertura: confronto della densità di minerali tra Alfa-Cent-Terra e la Terra. Crediti: Politecnico federale di Zurigo (Eth)