Di nuovo sotto esame il piano di esplorazione lunare Artemis della Nasa. Questa volta, dopo diversi rapporti presentati dai comitati consultivi, di revisione e di audit, è la sottocommissione spaziale dell’House Science Committee (comitato scientifico della Camera dei Rappresentanti Usa) a chiedere spiegazioni all’ente spaziale: «Ritardi nella pianificazione, crescita dei costi negli anni di lavorazione, un miscuglio confuso sui diversi tipi di contratto e approcci gestionali non sperimentati: sono solo alcune delle preoccupazioni  sollevate» afferma Don Beyer, presidente del sottocomitato.

A questo organismo non sono sfuggiti i rapporti prodotti da tre organizzazioni: Government Accountability Office (Gao), Aerospace Safety Advisory Panel (Asap) e dell’Office of Inspector General (Oig) della Nasa, che in quest’ultimo anno hanno messo in evidenza la conduzione, i costi, i tempi e soprattutto le raccomandazioni sui programmi di volo spaziale umano che sono sempre più gestiti dall’industria in sostituzione della Nasa stessa.

Anche l’ispettore generale della Nasa Paul Martin, nel suo rapporto di novembre scorso, ha mostrato preoccupazione sui ritardi e sulla lievitazione dei costi; questi ultimi prevedono una stima per le prime quattro missioni Artemis intorno ai 4,1 miliardi di dollari, in sole spese di produzione per lo Space Launch System, Orion e sistemi di terra: «E’ un prezzo che ci sembra insostenibile», ha commentato Martin. Interpellati ciascuno per la propria parte, i rappresentanti dei diversi organismi di controllo non hanno celato il loro pessimismo sulla nuova programmazione della Nasa che vedrebbe slittare di qualche mese il lancio di Artemis I.

Jim Free, amministratore associato della Nasa per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione, si è affrettato a informare i membri del sottocomitato che sta provvedendo a istituire una divisione di sviluppo della campagna Artemis, che fornirà la supervisione centralizzata delle diverse missioni. «La divisione avrà il controllo di tutte le missioni Artemis – ha dichiarato Free – Ci sarà un responsabile di missione per ogni singola missione. I diversi responsabili esamineranno i requisiti della missione, gli obiettivi e saranno responsabili del monitoraggio dell’hardware durante il suo sviluppo e della integrazione.»

Lo scorso 28 febbraio la Nasa ha annunciato che Catherine Koerner, in precedenza responsabile del programma Orion, sarà il vice-amministratore associato. Free ha annunciato proprio all’inizio dell’udienza che Mark Kirasich, che aveva guidato la divisione dei sistemi di esplorazione avanzati della direzione, sarà ora vice-amministratore associato per la nuova divisione di sviluppo della campagna di Artemis. Altri membri hanno insistito per  avere dettagli sul piano generale per lo sforzo di Artemis. «La Nasa deve fornirci un piano aggiornato, una tempistica precisa e un budget realistico», ha affermato Frank Lucas, componente del comitato. Per essere ancora più chiari: «Diteci quanto tempo ci vorrà, come lo faremo e quanto costa. Il programma Artemis deve essere la massima priorità della Nasa».

Alla richiesta di una stima affidabile dei tempi, le risposte degli organismi esterni alla Nasa si sono polarizzate su un certo pessimismo per la data del 2025 che non è impossibile, ma sembra improbabile vista la situazione attuale. Da parte Asap non pensano sia impossibile ma sarebbe «un obiettivo strepitoso», ha detto la presidente Patricia Sanders. Da parte Nasa, l’ispettore generale Martin è convinto che non sarà prima del 2026, mentre Dan Dumbacher, direttore esecutivo dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics ed ex funzionario della Nasa, sostiene che il lasso di tempo dal 2025 al 2027 è probabilmente realistico con la giusta focalizzazione e le giuste risorse.

Crediti immagine: SpaceX