Un mondo in orbita intorno a una coppia di stelle che, a loro volta, orbitano tra loro: sembra uno scenario di fantascienza che può ricordare Tatooine, il noto pianeta della saga di Star Wars vessato dalla luce bruciante di due soli, ma situazioni del genere sono reali e sono state individuate più di una volta.

In questo caso, parliamo di Kepler-16b, un corpo celeste di massa simile a Saturno, che è al centro di un nuovo studio di Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (articolo: “Bebop III. Observations and an independent mass measurement of Kepler-16 (AB) b – the first circumbinary planet detected with radial velocities”).

La ricerca, condotta da un gruppo di lavoro internazionale, è stata coordinata dalla Scuola di Fisica e Astronomia dell’Università di Birmingham e si è basata sui dati di una campagna di osservazioni svolta con il telescopio dell’Osservatorio astronomico dell’Alta Provenza.

Kepler-16b, situato a circa 245 anni luce di distanza dalla Terra, compie il suo percorso orbitale in 229 giorni e la sua stella di riferimento, Kepler-16, è appunto un sistema binario che si trova nella costellazione del Cigno. Il pianeta, scoperto con il metodo del transito, sinora era stato visto solo con il telescopio spaziale Kepler della Nasa.

Gli autori del saggio hanno seguito una diversa tecnica di osservazione: hanno utilizzato il telescopio di terra sopra citato – e in particolare il suo spettrografo Sophie – e sono riusciti a individuare il pianeta con il metodo della velocità radiale; con questo sistema, gli astronomi osservano il cambiamento nella velocità di una stella mentre il corpo celeste le orbita intorno. In questo modo, gli studiosi hanno voluto dimostrare che i pianeti circumbinari come Kepler-16b possono essere individuati anche con metodi più tradizionali, ma non per questo meno efficaci, e soprattutto con costi inferiori rispetto all’utilizzo di telescopi spaziali. Anzi, secondo il gruppo di lavoro, il metodo della velocità radiale presenta dei vantaggi, come la possibilità di misurare un parametro fondamentale per tracciare l’identikit di un pianeta come la sua massa.

Dato che questo tipo di osservazione è andato a buon fine, il team della ricerca intende proseguire in questa direzione, dando la caccia ad altri pianeti circumbinari. Lo scopo è chiarire alcuni aspetti dei processi di formazione planetaria che in caso di sistemi binari potrebbero subire dei cambiamenti; per esempio, la presenza di due stelle potrebbe interferire con il disco protoplanetario e ostacolare la fase di accrescimento di un corpo celeste.

In alto: elaborazione artistica del sistema della stella Kepler 16 (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech)