In ragione delle previsioni di crescita del settore e dei potenziali benefici che essa comporta, la space economy sta assumendo un ruolo rilevante nella politica socioeconomica degli Stati. Secondo stime recenti e autorevoli, la space economy ha toccato a livello globale i 447 miliardi di dollari nel 2020 (e potrebbe raggiungere un giro d’affari di 1000 miliardi di dollari nel 2040).

Le piccole e medie imprese che operano nell’industria spaziale rappresentano circa il 90% del tessuto industriale europeo. Tuttavia, mancano programmi nazionali di sviluppo economico-tecnologico che intendono promuovere efficacemente le pmi e le start-up attive nel settore della ricerca e dell’innovazione in campo spaziale e aerospaziale; una grave assenza che rischia di spingere dette imprese a ricercare finanziamenti privati, non soltanto al di fuori dei propri confini nazionali, ma anche al di fuori dell’Unione europea. Circostanza che, di fatto, comprometterebbe la crescita e la competitività, tanto dei singoli Stati membri che dell’intera Ue.

Pertanto, la Commissione europea, avendo tra le sue priorità la realizzazione di un’economia comune più solida, sostenibile e inclusiva, improntata sull’implementazione dei livelli di occupazione e produttività e, soprattutto, osservando l’art. 6 del Regolamento Ue 2021/696 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 aprile 2021 (vale a dire quel regolamento che ha istituito il nuovo programma spaziale europeo e la nascita di Euspa “Eu Agency for the Space Programme”), è intervenuta con l’attuazione del programma Cassini (Competitive Space Start-ups for INnovatIon).

La nascita di Cassini, nonché la sua introduzione nell’Eu Sme Strategy 2021-2027, risalgono al 10 marzo 2020, con la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Infatti, al punto 3 dell’atto su menzionato, si dispose quanto segue: “La Commissione mira inoltre ad aumentare il numero di imprese in fase di avviamento e di espansione nel settore spaziale, che commercializzano con successo le tecnologie spaziali dell’Ue. Promuoverà, attraverso il programma spaziale dell’Ue, la progressiva affermazione di un nuovo ecosistema spaziale europeo per promuovere l’imprenditorialità. La nuova iniziativa “Cassini” per l’imprenditorialità nel settore spaziale raggrupperà servizi quali l’accelerazione, l’incubazione di imprese, il finanziamento di avviamento e gli appalti precommerciali”.

Un anno dopo, nel gennaio 2021, Thierry Breton, il commissario europeo per il Mercato interno, dichiarò che si sarebbe istituito un Fondo per perseguire le finalità del programma Cassini.

Così, due anni dopo, esattamente il 25 gennaio 2022, il commissario Thierry Breton, il vicepresidente della Banca centrale europea (Bce), Kris Peeters, e l’amministratore delegato del Fondo europeo per gli investimenti, Alain Godard, hanno firmato un accordo sul fondo destinato al programma Cassini, stabilendo così un piano quinquennale di finanziamento pari a un miliardo di euro (che cominceranno ad essere disponibili già dalla seconda metà del 2022); inoltre, l’anzidetto fondo sarà integrato con un ulteriore strumento della Bei (Banca europea per gli investimenti), il quale garantirà alle start-up di poter accedere più agevolmente ai prestiti.

«L’Europa ha un vivace ecosistema di start-up con idee e tecnologie dirompenti, ma molte di loro non riescono ad ottenere investimenti cospicui quando devono espandersi e non hanno altra scelta che rivolgersi a investitori terzi. È per questo che il fondo Cassini rappresenterà una svolta», ha dichiarato Thierry Breton in occasione della firma dell’accordo.

 

In alto: Il commissario Thierry Breton, il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti, Kris Peeters, e l’amministratore delegato del Fondo europeo per gli investimenti, Alain Godard, in occasione della firma dell’accordo sul fondo per finanziare il programma Cassini.
Crediti immagine: Commissione Europea