I cittadini scienziati fanno di nuovo centro, scoprendo un misterioso oggetto celeste che sinora era sfuggito allo sguardo indagatore degli astronomi. Si tratta di un’entità ancora non ben definita che potrebbe essere riconducibile a un esopianeta oppure a una nana bruna.

Questo curioso ibrido è al centro di uno studio appena pubblicato su The Astrophysical Journal (articolo: “A Wide Planetary Mass Companion Discovered through the Citizen Science Project Backyard Worlds: Planet 9”); l’indagine, curata da un gruppo di lavoro internazionale, ha visto anche il coinvolgimento di ricercatori dell’Inaf-Osservatorio di Torino.

L’oggetto, che al momento è designato solo con un complesso codice alfanumerico, è emerso dai dati della missione Wise (Wide-Field Infrared Survey Explorer) della Nasa grazie a ‘Backyard Worlds: Planet 9’. Si tratta di un progetto di citizen science supportato dalla Nasa e mirato a individuare nuovi esemplari di nane brune, oggetti celesti non sufficientemente massicci per sostenere i processi fisici che caratterizzano le stelle vere e proprie. Backyard Worlds, lanciato nel febbraio 2017 in occasione dell’87° anniversario della scoperta di Plutone, fa parte della piattaforma Zooniverse ed è ancora in corso.

In quasi cinque anni di attività sono stati individuati numerosi oggetti nel ‘cortile’ (backyard) del Sistema Solare e tra essi c’è anche il protagonista del nuovo studio. Questo ‘incrocio’ si trova a una distanza di 146 anni luce dalla Terra ed è estremamente lontano dalla sua stella ospite: è stata proprio questa collocazione che lo ha aiutato a nascondersi, finché non è entrato in gioco l’entusiasmo dei cittadini scienziati che hanno passato al setaccio le immagini digitali realizzate da Wise.

L’oggetto in questione ha fatto capolino dai dati nel 2018, inducendo gli studiosi a svolgere una serie di verifiche con telescopi di terra. In base alle osservazioni effettuate, è stato possibile tracciare un primo identikit dell’ibrido: è giovane, in termini astronomici, non ha una massa molto elevata e si trova a una distanza dalla sua stella pari a 1600 volte quella che separa la Terra dal Sole.

La sua massa è l’elemento che ha destato maggior interesse negli astronomi: essa è compresa tra 10 e 20 volte quella di Giove, intervallo che include la soglia (13 volte la massa di Giove) che talvolta viene presa in considerazione per distinguere i pianeti dalle nane brune. Questa condizione non ha permesso di definire la natura dell’oggetto, quindi gli astronomi sono passati ad analizzarne le proprietà fisiche: esse farebbero pensare a un esopianeta più che a una nana bruna, ma gli scarni indizi non permettono di trarre conclusioni definitive.

La scoperta, nonostante richieda ulteriori approfondimenti, non solo schiude nuovi scenari di ricerca sui sistemi planetari, ma mostra anche l’importanza del coinvolgimento del grande pubblico di appassionati, che può avere risvolti inaspettati e di notevole rilievo scientifico. Il progetto Backyard Worlds, ad esempio, ha sinora coinvolto 71.110 volontari che hanno svolto oltre 163mila classificazioni.

In alto: a sinistra, l’immagine Wise (Nasa) del sistema Bd+60 1417AB. In basso a destra, la stella ospite e l’oggetto, ingrandito in alto a destra (Crediti: immagine realizzata dal collaboratore di Backyard Worlds Léopold Gramaize)