Il ferro è un nutriente essenziale per un gran numero di forme di vita. Un team di scienziati dell’Università di Oxford ha scoperto i probabili meccanismi con cui il ferro ha influenzato lo sviluppo di forme di vita complesse. Questo processo può essere utilizzato per la ricerca di microrganismi su altri pianeti. Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

«La quantità iniziale di ferro nelle rocce della Terra è determinata dalle condizioni di accrescimento planetario, durante le quali il nucleo metallico della Terra si è separato dal suo mantello roccioso – afferma Jon Wade, dell’Università di Oxford – se questo elemento scarseggia, il pianeta non potrà sostenere la vita, se invece è troppo abbondante, non consentirà la presenza di acqua in superficie per lungo tempo rendendo quasi impossibile l’evoluzione di forme di vita come le conosciamo noi»

Secondo quanto si legge nello studio, inizialmente, il ferro presente sulla Terra e nell’acqua di mare avrebbe supportato l’evoluzione della vita. Tuttavia, i livelli di ossigeno sulla Terra sono cresciuti nel corso del periodo della Grande Ossigenazione (circa 2,4 miliardi di anni fa). A questo punto il ferro legandosi con l’ossigeno ha creato una reazione che lo ha portato a diventare insolubile. 

«La vita ha dovuto trovare nuovi modi per ottenere il ferro di cui aveva bisogno – spiega Hal Drakesmith, coautore dello studio – per esempio la simbiosi e l’evoluzione in microrganismi multicellulari sono processi essenziali per poter ottenere questo nutriente vitale ma scarso. Queste caratteristiche avrebbero spinto le prime forme di vita a diventare sempre più complesse».

La necessità del ferro, in quanto motore dell’evoluzione, e il conseguente sviluppo di organismi complessi, in grado di acquisire l’elemento scarsamente disponibile, possono essere eventi rari o casuali. Questa casualità rende difficile individuare eventuali forme di vita su altri pianeti. Tuttavia, sapere che il ferro è un elemento cruciale per lo sviluppo di microrganismi può essere d’aiuto nella ricerca della vita sugli esopianeti. Grazie alla valutazione della quantità di ferro nel mantello dei mondi extrasolari, potrebbe essere possibile restringere la ricerca agli esopianeti in grado di supportare la vita.

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