Può danneggiare la salute dell’uomo e gli ecosistemi, incidendo sull’acidità del suolo e sulla crescita delle piante: parliamo dell’ammoniaca, un composto dell’azoto che viene emesso nel corso di processi naturali, ma le cui concentrazioni nell’aria sono pericolosamente aumentate a causa dell’incremento delle attività agrarie e zootecniche.

Questa minaccia ambientale può essere tenuta sotto osservazione dallo spazio, che gode di un punto di vista privilegiato: varie aree della Terra sono state oggetto di monitoraggio – come Europa, Stati Uniti e Cina – mentre risultava ancora poco analizzata la situazione dell’Africa.

Uno studio appena pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics, rivista della European Geosciences Union dedicata ai processi che si verificano nell’atmosfera terrestre, ha cercato di colmare questa lacuna e di tracciare uno scenario per alcune regioni africane di particolare rilievo, come l’Africa occidentale, l’area del Lago Vittoria e il Sud Sudan (articolo: “Changes in biomass burning, wetland extent, or agriculture drive atmospheric NH3 trends in select African regions”).

La ricerca, condotta da un gruppo di lavoro internazionale, è stata coordinata dal Goddard Institute for Space Studies della Nasa e si è basata su dati satellitari, soprattutto su quelli di MetOp dell’Esa. In particolare, sono state utilizzate le informazioni raccolte da uno strumento di MetOp, l’interferometro Iasi (Infrared Atmospheric Sounding Interferometer) che ha permesso agli scienziati di stimare l’ammontare delle radiazioni solari assorbite da specifici gas (come l’ammoniaca) nell’atmosfera terrestre.

Il decennio 2008 – 2018 è il periodo analizzato nello studio: i dati satellitari presi in considerazione identificano i picchi e i cali nelle concentrazioni di ammoniaca nelle tre suddette regioni e le probabili cause di questi saliscendi.

La situazione africana appare alquanto critica: si prevede un raddoppio della popolazione entro il 2050 e questo comporterà inevitabilmente delle conseguenze sull’utilizzo del territorio, che vedrà una prevalenza delle attività agricole e zootecniche. L’utilizzo eccessivo di fertilizzanti, ad esempio, è tra le cause principali dell’incremento dell’ammoniaca nell’atmosfera ed è destinato a crescere per aumentare le rese agricole dei terreni in rapporto alle necessità alimentari delle popolazioni. Anche gli incendi boschivi, spesso dovuti all’azione dell’uomo per ricavare ulteriore superficie coltivabile, incidono pesantemente sulle concentrazioni atmosferiche di questa sostanza.

Lo studio ha mostrato che il monitoraggio da satellite può essere effettuato su obiettivi specifici in termini di territorio, attività umane ed eventi climatici. È emerso così che le regioni analizzate presentano un incremento dell’ammoniaca, dovuto a differenti situazioni: nell’Africa occidentale è connesso principalmente agli incendi, mentre nella zona del Lago Vittoria all’uso eccessivo di fertilizzanti. Nel Sud Sudan la situazione è leggermente diversa perché l’area nei pressi del Nilo è caratterizzata da un’intensa umidità del suolo che produce un calo nelle concentrazioni; esse però tendono a risalire quando il terreno acquitrinoso si asciuga nelle stagioni secche.

Gli autori dell’articolo ritengono che queste attività di monitoraggio dallo spazio siano di importanza cruciale non solo per l’Africa ma anche per altre aree della Terra: con i dati raccolti potrà essere possibile sviluppare tecnologie e applicazioni in grado di supportare politiche agricole sostenibili.

In alto: le aree dell’Africa centro-occidentale interessate da incendi che hanno provocato l’incremento delle concentrazioni di ammoniaca (Crediti: Nasa Goddard’s Scientific Visualization Studio)