Il primo aggiornamento ufficiale dell’amministrazione Biden-Harris sul programma Artemis è stato oggetto di una teleconferenza tenutasi ieri 9 novembre da Bill Nelson, amministratore della NASA. Nelson ha spiegato perché la Nasa prevede di riuscire a raggiungere il gol di portare uomini e donne sulla superficie lunare almeno nel 2025. «Tornare sulla Luna nel modo più rapido e sicuro possibile è una priorità dell’agenzia.» ha rassicurato l’amministratore Nasa.
Tra le ragioni, spicca come determinante, la questione legale recentemente conclusa, che ha visto Blue Origin destinataria di una sentenza respingente la richiesta di partecipazione al premio NASA per il sistema di atterraggio umano, lo Human Landing System Program (HLS) che resta assegnata solo a SpaceX.
«A causa del contenzioso, per sette mesi non ci è stato permesso di avere, per legge, alcun contatto con SpaceX sul programma HLS», ha affermato l’ amministratore Nasa. Il primo contatto con il presidente di SpaceX, Gwynne Shotwe per il programma di atterraggio di umani sulla Luna e poi su Marte, è stato possibile solo lo scorso 5 novembre, un giorno dopo la pronuncia del giudice federale sul programma. L’atterraggio sulla Luna è l’obiettivo chiave della missione Artemis 3, programmata dalla amministrazione Trump per il 2024 ma, afferma Nelson, questa data non sarebbe stata comunque rispettata perché Nasa e SpaceX avevano già necessità di un tempo maggiore per rivedere lo “stato dell’arte” della missione.
Lo slittamento al 2025 ha avuto anche altre ragioni e Nelson ha sottolineato che sono state effettuate anche valutazioni non ottimali sulle scelte tecniche operate dalla precedente gestione.
Innanzitutto, la copertura economica per HLS, richieste dalla precedente amministrazione all’epoca della presidenza Trump, non aveva incontrato il favore del Congresso americano: la NASA aveva richiesto un budget di 3,3 miliardi di dollari per il programma per l’anno fiscale 2021 ma il Congresso aveva approvato solo 850 milioni di dollari.
La messa a punto della nuova tuta dedicata all’allunaggio per uomini e donne inoltre aveva accumulato ritardi nello sviluppo. Questo ritardo era stato segnalato ad agosto scorso dall ‘Office of Inspector General (OIG) della NASA. Nel rapporto si affermava che la tuta non sarebbe stata pronta per il volo almeno fino ad aprile 2025, con possibili e ulteriori ritardi.
Anche Artemis 2 con il primo volo Orion per il trasporto di umani ha registrato ritardi e il lancio è slittato dal 2023 al maggio 2024. Inoltre è stato necessario rivalutare i costi di Orion che sono aumentati.
«Ci sono stati molti cambiamenti nei requisiti, inclusa l’aggiunta di operazioni di prossimità o dimostrazione di “proxops” su Artemis 2, per testare i sistemi necessari per gli attracchi richiesti con il lander lunare HLS su Artemis 3. » ha sottolineato Jim Free, amministratore associato della NASA per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione . La nuova pianificazione dei costi passa da 6,7 miliardi di dollari a 9,3 miliardi di dollari.
Tra le concause anche la pandemia e l’uragano che ha provocato l’allagamento del Michoud Assembly Building di New Orleans con danni anche agli hardware di Artemis 2, che è un veicolo complesso, sottolinea Free.
Il danno agli apparati hardware non era trascurabile visto che questi ultimi monitoravano il controllo ambientale e il sistema di supporto vitale del veicolo spaziale.
Nelson ha confermato l’impegno della Nasa a portare uomini e donne sulla Luna e poi su Marte nei tempi riprogrammati e ha ribadito che rinnoverà quanto già sottolineato durante l’audizione al Congresso dello scorso maggio, quando metteva in guardia il Congresso sui rapidi progressi di conquista da parte della Cina che aveva appena ottenuto il primo selfie marziano dal ‘Dio del Fuoco’, il rover Zhurong.
Immagine in apertura: Crediti Nasa.