Le stelle che popolano il nostro universo assomigliano a tante trottole cosmiche: chi più chi meno velocemente, tutte ruotano attorno al proprio asse. Dalle lentissime nane bianche alle vorticose stelle di neutroni, i dati osservativi raccolti nel corso degli anni hanno dimostrato quanto l’espressione ‘stelle fisse’, coniata nell’antichità, fosse in realtà fuorviante. Le stelle si muovono nel cielo, e la rotazione stellare provoca una specie di rigonfiamento nella regione equatoriale, dovuto alla forza centrifuga.

Ora un nuovo studio pubblicato su Science mostra come questo fenomeno sia particolarmente visibile negli astri simili al nostro Sole, che ruotano fino a due volte e mezzo più velocemente all’equatore rispetto ai poli. La ricerca, coordinata dalla New York University di Abu Dhabi, ha passato in rassegna un campione di 40 stelle simili alla nostra utilizzando i dati del telescopio Kepler nella Nasa.

“Comprendere la rotazione differenziale, ovvero quanto velocemente una parte di una stella ruota rispetto al resto – commenta Katepalli Sreenivasan, leader dello studio – è fondamentale non soltanto per lo studio del funzionamento stellare, ma anche per studiare un altro elemento importante: il campo magnetico delle stelle.” Nel caso del nostro Sole, è infatti proprio il campo magnetico il responsabile delle potenti tempeste solari che spesso disturbano l’orbita dei satelliti: tenere sotto controllo questo fenomeno è fondamentale per tutelare le telecomunicazioni terrestri.