Utilizzare le stagioni marziane per individuare i luoghi più adatti a ospitare future missioni umane sul pianeta rosso. È la proposta di un nuovo studio appena presentato all’edizione 2021 dell’Europlanet Science Congress, e che si è basato sui dati della sonda Nasa Mars Odyssey.

Quando Marte e la Terra si trovano a passare nel punto più vicino tra loro, sono separati da circa 55 milioni di chilometri. Questo avviene più o meno ogni due anni. È chiaro che con simili tempi e distanze non è pensabile inviare rifornimenti ai futuri astronauti marziani, come facciamo oggi per gli equipaggi a bordo della Iss. Ecco perché le prime missioni umane verso il pianeta rosso dovranno far affidamento sulle risorse già disponibili in loco. Il che riguarda principalmente l’acqua, un ingrediente essenziale non soltanto per il supporto vitale degli astronauti. Il prezioso liquido potrà infatti essere utilizzato, nella sua scomposizione in idrogeno e ossigeno, anche come carburante per i razzi che dovranno riportare a casa gli equipaggi marziani.

Ad oggi le maggiori concentrazioni di acqua potenzialmente raggiungibile sono state rilevate ai poli del pianeta. Ma le temperature gelide di queste zone le rendono inadatte a future missioni umane.  Il nuovo studio suggerisce un metodo alternativo per scovare il luogo ideale per una missione: le variazioni stagionali. Gli scienziati hanno osservato un’associazione tra le temperature più fredde del suolo marziano e l’aumento dei livelli di idrogeno. Il che suggerisce che il ghiaccio si formi nel sottosuolo poco profondo durante l’autunno e l’inverno, per poi sublimare in gas durante la primavera e l’estate.

Applicando questi risultati, gli autori dello studio hanno identificato due possibili luoghi considerati particolarmente adatti ad accogliere i futuri astronauti: Hellas Planitia nell’emisfero meridionale di Marte, e Utopia Rupes in quello settentrionale.

Certo, non è detto che raggiungere il ghiaccio marziano sotterraneo sia l’unica via per ottenere acqua sul pianeta rosso. Ad esempio, diversi studi si stanno concentrando sull’estrazione di acqua e ossigeno direttamente dalla regolite, disponibile in grandi quantità sia sulla Luna che su Marte. In ogni caso, la stagionalità marziana sarà senz’altro un fattore da tenere in gran conto, nella delicata ricerca del luogo perfetto che possa accogliere i primi astronauti marziani.

 

Crediti immagine in apertura: Nasa/Paul DiMare