Oltrepassare il traguardo di mille asteroidi scoperti in poco più di 50 anni. È quanto ha appena annunciato la Nasa, che quest’estate ha scovato l’oggetto numero 1001 tra tutti gli asteroidi osservati dal 1968 a oggi e catalogati come NEA (Near-Earth Asteroids). Si tratta di oggetti la cui traiettoria passa abbastanza vicina all’orbita del nostro pianeta, e che per questo vengono attentamente monitorati.
Il primato dell’agenzia statunitense riguarda in particolare gli asteroidi scoperti grazie alla tecnologia radar, come quella resa possibile dall’antenna di 70 metri del Goldstone Deep Space Complex in California, parte del Deep Space Network. È stata proprio questa antenna a segnare il 1001esimo traguardo, individuando lo scorso 22 agosto l’asteroide 2016 AJ193.
In realtà gli asteroidi NEA scoperti fino ad oggi sono molti di più: si parla di oltre 26.000 oggetti, di cui almeno 2.000 sotto stretta osservazione. Il primo asteroide vicino mai scoperto è addirittura entrato nel Guinnes dei primati: parliamo di 433 Eros, scovato nel 1898. Oltre un secolo fa.
Certo, dalle prime osservazioni al telescopio a quelle radar passa un mondo – esattamente quello che oggi ci permette di identificare oggetti anche piccolissimi, com’è stato il caso del millesimo asteroide individuato dalla Nasa con questa tecnica: un ‘sasso’ cosmico grande tra i 20 e i 30 metri. L’obiettivo principale è sempre calcolare la traiettoria di questi oggetti, in modo da conoscere in anticipo i seppur bassissimi rischi per il nostro pianeta. Ad esempio, recenti misurazioni radar dell’asteroide potenzialmente pericoloso Apophis hanno aiutato a eliminare qualsiasi possibilità di impatto per i prossimi 100 anni.
Andando ancora oltre, oggi si può persino calcolare la traiettoria di un asteroide andando a vederlo da vicino, com’è stato il caso della sonda Osiris-Rex con l’asteroide Bennu. Ma questa è un’altra storia.