È uno degli elementi distintivi della Via Lattea ed è costituita di miliardi di stelle ammassate: si tratta della barra, il cui movimento rotatorio è stato rallentato dall’azione frenante della materia oscura. La nuova velocità sarebbe pari ad un quarto dell’andamento che questa struttura aveva ai tempi della sua formazione. Il fenomeno è al centro di uno studio di Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, curato dai ricercatori del Centro di Fisica Teoretica ‘Rudolf Peierls’ dell’Università di Oxford e del Laboratorio ‘Mullard’ per le Scienze Spaziali dell’Ucl-University College London (articolo: “Tree-ring structure of Galactic bar resonance”). L’indagine si è basata sui dati del satellite Gaia dell’Esa, lanciato nel 2013 con l’obiettivo di realizzare una mappa tridimensionale della Via Lattea.
Gli astrofisici avevano ipotizzato un tale rallentamento già da tanti anni, ma solo ora è stato possibile effettuare delle misurazioni concrete. Esse, inoltre, hanno comportato un nuovo punto di vista sulla materia oscura: l’elusivo elemento, in questo caso, svolge il ruolo di una sorta di ‘contrappeso’. Il gruppo di lavoro ha utilizzato una serie di osservazioni di Gaia relative al Flusso di Ercole (Hercules Stream), un’ampia ‘famiglia’ di astri che si trova in risonanza con la barra; tali stelle, quindi, si muovono intorno alla Via Lattea alla stessa velocità di rotazione della barra.
Gli astri in questione, che subiscono l’influenza gravitazionale della barra, presentano una specifica impronta chimica: sono ben dotati di elementi pesanti, definiti ‘metalli’ dagli astronomi Questa caratteristica è dovuta al loro allontanamento dal centro galattico, dove le stelle – e i gas alla base della loro origine – sono circa 10 volte più ricchi di tali elementi, rispetto alle zone esterne della galassia.
In base a questi dati, il team della ricerca ha dedotto che la barra ha rallentato il suo movimento di almeno il 24% rispetto all’epoca della sua origine e che l’azione frenante dev’essere stata svolta dalla materia oscura. L’indagine, quindi, porta con sé anche un nuovo criterio per misurare questo misterioso soggetto, basato sulla sua massa inerziale. Gli studiosi ritengono che la Via Lattea, come altre galassie, sia ‘incorporata’ in un alone di materia oscura che si estende ben oltre il suo bordo visibile.
La missione Gaia vede coinvolto anche il nostro Paese con un contributo di eccellenza al Data Processing and Analysis Consortium (Dpac), tramite l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica.
In alto: elaborazione artistica della Via Lattea (Credits: Pablo Carlos Budassi. Source: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Milky_way.png Licence: CC BY-SA 4.0)