La nuova corsa allo spazio si fa sempre più serrata. Dopo la discesa su Marte del primo rover cinese, salutata con favore dalla Nasa non senza però una punta di preoccupazione per la crescente competitività della Cina, sembra chiaro che nei prossimi anni la partita si giocherà sulla Luna. Il nostro satellite è infatti il fatidico ‘obiettivo di mezzo’ verso il primo sbarco umano sul pianeta rosso, traguardo finale dell’esplorazione spaziale del nostro secolo.

Tornare sulla Luna, questa volta per restarci, è ciò a cui puntano da tempo gli Usa e i loro partner internazionali con il programma Artemis. E intanto pare che l’agenzia spaziale cinese stia lavorando per inviare un equipaggio al polo Sud della Luna entro il 2030.

Forse proprio questa prospettiva, unita al successo della prima missione robotica marziana cinese, ha spinto gli Stati Uniti a premere sull’acceleratore. Raddoppiando gli sforzi del loro programma di ritorno alla Luna: a partire da quello che sarà il primo rover lunare targato Nasa.

Viper, acronimo di Volatiles Investigating Polar Exploration Rover, sarà il robottino progettato per andare a caccia di riserve di acqua ghiacciata che potrebbero essere utilizzate per sostenere l’esplorazione umana della Luna. Guarda caso, parliamo proprio del polo Sud del nostro satellite: come la Cina, anche gli Stati Uniti hanno identificato questa zona come la migliore per eventuali insediamenti lunari a lungo termine. Secondo quanto annunciato ieri dalla Nasa, Viper dovrebbe arrivare sulla superficie lunare già alla fine del 2023.

«Questo rover – commenta Sarah Noble, program scientist per Viper al quartier generale della Nasa – ci permetterà di esplorare parti della Luna che non abbiamo mai visto.  Ci mostrerà l’origine e la distribuzione dell’acqua lunare e ci preparerà a raccogliere a oltre 380mila chilometri dalla Terra risorse che potrebbero essere utilizzate per inviare in sicurezza gli astronauti ancora più lontano nello spazio, incluso Marte».

Viper sarà un chiaro esempio di come l’esplorazione robotica e quella umana dovranno andare a braccetto per soddisfare gli ambiziosi obiettivi di esplorazione spaziale dei prossimi anni. Molto il lavoro ancora da fare, tanto che il neoeletto amministratore della Nasa Bill Nelson ha recentemente chiesto alla Casa Bianca un aumento di fondi, con 11 miliardi di dollari per lo sviluppo dello Human Landing System.