Prove di dialogo tra Usa e Cina per ottenere informazioni sulla traiettoria della nuova navicella spaziale cinese in orbita intorno a Marte e scongiurare il rischio di collisioni con altre sonde: è stata questa la richiesta da parte della Nasa al Congresso.
Rari, ma non senza precedenti i contatti tra la Nasa e la China National Space Administration (Cnsa): lo ha dichiarato lo scorso 23 marzo Steve Jurczyk, l’amministratore facente funzione dell’agenzia americana, durante una sessione Q&A di un meeting del Comitato consultivo per il trasporto spaziale commerciale della Federal Aviation Administration.
Per ammissione dello stesso Jurczyk, la conoscenza del programma spaziale cinese da parte della Nasa è principalmente limitata alle sole informazioni pubbliche, a causa delle restrizioni alle interazioni con le organizzazioni cinesi, imposte dalla legge federale.
«Più di recente, abbiamo avuto uno scambio con loro che ci hanno fornito i loro dati orbitali e sulle effemeridi, per la missione Tianwen-1 in orbita su Marte, in modo da poter fare analisi sulle congiunzioni con gli altri manufatti orbitanti intorno al pianeta», ha ribadito l’attuale numero uno della Nasa, in una breve intervista rilasciata lo scorso 29 marzo a Space News.
«In fondo, si tratta di una buona pratica adottata dalla Nasa verso tutte le agenzie che gestiscono veicoli spaziali in orbita attorno a Marte, per scambiare informazioni sulle nostre rispettive missioni e garantire la sicurezza delle nostre sonde», ha tenuto a precisare la Nasa.
In particolare, era necessario evitare il rischio che la mancanza di scambio dei dati orbitali accurati per Tianwen-1 potesse creare una potenziale probabilità di collisione nei pressi del Pianeta Rosso. Probabilità remota, vista la scarsa presenza di veicoli spaziali intorno al corpo celeste, ma da escludere con certezza, considerato l’esiguo numero di risorse economiche che rendono i costi delle collisioni estremamente elevati.
Nelle buone pratiche della Nasa, tutti i dati orbitali delle missioni su Marte ad opera di altri soggetti, come l’Esa-Agenzia Spaziale Europea o l’agenzia indiana Isro sono in possesso del Jet Propulsion Laboratory (Jpl), che gestisce il Multimission Automated Deepspace Conjunction Assessment Process (Madcap). Sono i tecnici del Jpl che elaborano le stime di avvicinamento tra le navicelle in orbita attorno a Marte. Tuttavia, a febbraio, due nuovi veicoli spaziali si sono affacciati nei ‘dintorni’ del Pianeta Rosso: Hope degli Emirati Arabi Uniti e Tianwen-1 della Cina.
Gli Emirati Arabi stavano già collaborando con la Nasa su Hope, mentre non c’era alcuna cooperazione con la Cnsa su Tianwen-1.
Ed è stato proprio con la Cina che il senso di frustrazione da parte del Jpl, nel monitorare le distanze di sicurezza tra i veicoli spaziali, ha raggiunto il limite: ciò è avvenuto a causa delle scarse informazioni sulle manovre di Tianwen-1 che, effettuate il 10 febbraio scorso, hanno spostato la navicella in una “orbita di parcheggio” per i prossimi mesi.
Ma, per quanto riguarda la Cina, la Nasa ha dovuto tener conto delle restrizioni contenute nel cosiddetto “emendamento Wolf” di Frank Wolf, che dieci anni fa ha presieduto il sottocomitato per gli stanziamenti della Camera che finanzia la Nasa e che per primo ha incluso questi limiti.
Disposizioni simili sono state aggiunte, da allora, ai conti annuali degli stanziamenti, compreso il disegno di legge di spesa per l’anno fiscale 2021 emanato a dicembre.
Contrariamente alla credenza diffusa nel settore, l’emendamento Wolf non proibisce categoricamente gli scambi tra la Nasa e le organizzazioni cinesi. L’attuale versione del disegno di legge richiede alla Nasa – così come all’Office of Science and Technology Policy e al National Space Council – di certificare con il Federal Bureau of Investigation che qualsiasi contatto proposto con la Cina non ponga alcun trasferimento di tecnologia o problemi di sicurezza nazionale. Inoltre, si deve garantire che il dialogo non consenta alcun rapporto con la Cina laddove si intraveda una violazione dei diritti umani. Per queste ragioni, la Nasa deve informare il Congresso almeno 30 giorni prima di qualsiasi proposta di dibattito con la Cina.
Jurczyk ha osservato che la Nasa ha già ottenuto l’approvazione per dialoghi con organizzazioni cinesi sulla gestione del traffico aereo e i dati di Scienze della Terra. «Abbiamo un coinvolgimento mirato con loro. Abbiamo la capacità di certificare al Congresso che l’impegno è appropriato e che le misure di sicurezza sono in atto», ha detto.
Nonostante ci siano state richieste da parte di alcuni rappresentanti nella comunità spaziale, per consentire una maggiore cooperazione tra la NASA e la Cina, a oggi non ci sono grandi cambiamenti nell’emendamento Wolf.
«Spetterà all’amministrazione e al Congresso determinare tempi e modalità di impegno con la Cina nelle attività spaziali civili, come parte di una strategia più ampia degli Stati Uniti verso la Cina», ha sottolineato Jurczyk.
Crediti immagine in evidenza: Cnsa