Un vero e proprio attentato al bilancio energetico del sistema Terra causa il cambiamento climatico. Un nuovo studio della Nasa, pubblicato su Geophysical Research Letters ieri, fornisce le prove di come le attività umane stiano causando il rilascio di gas serra, che alterano anche la funzione naturale degli aerosol, a danno del suddetto bilancio.
Le evidenze nel progetto CERES – Clouds and the Earth’s Radiant Energy System – della Nasa, che studia il flusso di radiazioni nella parte superiore dell’atmosfera terrestre. Grazie a una serie di dati da osservazioni via satellite, combinati con altri come la misurazione del calore oceanico, gli scienziati hanno ottenuto prove inconfutabili sullo sbilanciamento del budget energetico del sistema Terra, causato dalle attività umane.
Vediamo come funziona nel dettaglio. Il bilancio energetico di un pianeta è equilibrato tra la radiazione in entrata (gialla) e quella in uscita (rossa). Sulla Terra, sia i processi naturali che quelli causati dall’uomo influenzano la quantità di energia ricevuta e restituita nello spazio. Questo studio filtra le variazioni nel bilancio energetico della Terra, dovute a processi di feedback, rivelando i cambiamenti energetici prodotti dagli aerosol e dalle emissioni di gas serra.
«Misurando con precisione la forzatura radiativa totale della Terra, con l’utilizzo di osservazioni globali e tenendo conto degli effetti di aerosol e gas serra, abbiamo una prova diretta che le attività umane stanno causando cambiamenti al bilancio energetico del nostro pianeta» ha detto Ryan Kramer, primo autore dell’articolo e ricercatore presso il Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, nel Maryland – Baltimora.
Il team ha individuato nelle attività umane la causa dell’aumento della forza radiativa sulla Terra pari a circa 0,5 Watt per metro quadrato dal 2003 al 2018. L’aumento è principalmente dovuto alle emissioni di gas serra connesse alla produzione di energia, ai trasporti e alla produzione industriale. Ma tali attività hanno un impatto anche sulla riduzione degli aerosol riflettenti che contribuiscono allo squilibrio.
La nuova tecnica adotta dai ricercatori è il calcolo computazionale, più veloce rispetto ai modelli precedenti, che consente di monitorare quasi in tempo reale la forzatura radiativa. «La creazione di una registrazione diretta della forzatura radiativa, calcolata dalle osservazioni, ci consentirà di valutare i modelli climatici, simulando le forzature e consentendo proiezioni più attendibili nel monitoraggio del clima e dei suoi cambiamenti» ha detto Gavin Schmidt, direttore del Goddard Institute of Space Studies (Giss) della Nasa a New York City.
Nell’immagine in evidenza la rappresentazione dei gas a effetto serra come l’anidride carbonica (Co2), un fattore chiave del riscaldamento globale. Le concentrazioni più elevate sono mostrate in rosso. Crediti: Scientific Visualization Studio della Nasa / Global Modeling and Assimilation Office della Nasa.
Crediti per l’animazione: Laboratorio di immagine concettuale del Goddard Space Flight Center della Nasa.