Nell’emisfero settentrionale di Marte sono stati individuati dei vasti canyon di ghiaccio scavati dall’erosione, formatisi ‘recentemente’ in termini geologici. Secondo un nuovo studio, tali depressioni, dalla forma a spirale, si sarebbero originate in un arco temporale che va da pochi milioni a 50.000 anni fa e il loro volume totale è pari a dieci volte quello del Grand Canyon.

Il modello a spirale osservato nelle depressioni, spiegano gli esperti, è fondamentalmente un sottoprodotto erosivo: «Man mano che le fosse crescono e si intersecano su una calotta polare, emerge lo schema a spirale» , ha detto Alexis Palmero Rodriguez, autore principale dello studio pubblicato su Nature Scientific Reports. «È stato a lungo proposto che la sublimazione del ghiaccio d’acqua – ovvero il passaggio di stato dell’acqua da ghiaccio direttamente a vapore – dalla calotta polare settentrionale fosse l’origine essenziale delle pianure ghiacciate a media latitudine del pianeta. La nostra scoperta identifica le depressioni come prova diretta di quelle fasi di sublimazione».

La presenza di ghiaccio nelle pianure settentrionali è nota da tempo ed è stata recentemente suggerita come potenziale risorsa da sfruttare nelle future missioni umane. Tuttavia, il ghiaccio potrebbe contenere composti tossici per l’uomo.

«Abbiamo stimato che circa il 25% dei substrati ghiacciati delle pianure settentrionali proveniva da ghiaccio eroso. Il ghiaccio non è mai stato liquido, quindi non ha mai sciolto composti tossici. Stiamo osservando volumi enormi – equivalenti a circa 16 miliardi di piscine olimpioniche – di acqua potabile potenzialmente pura. Ma questi strati ghiacciati potrebbero non essere i posti migliori in cui cercare la vita, esattamente per le stesse ragioni» .

L’età della calotta polare marziana è ancora oggetto di controversie ed esistono numerose stime. Sulla base di una mappatura geologica dettagliata, si ritiene che la maggior parte della sedimentazione di tale calotta sia avvenuta durante l’ultimo miliardo di anni. Di conseguenza, mentre le depressioni potrebbero essere geologicamente giovani, il ghiaccio potrebbe essere estremamente antico. Per fornire un paragone con il nostro pianeta, le più antiche calotte di ghiaccio sulla Terra hanno circa 2,7 milioni di anni, un dato che si è rivelato molto utile per ricostruire la recente evoluzione paleoclimatica terrestre. Allo stesso modo, gli strati di ghiaccio marziano all’interno delle depressioni potrebbero consentire indagini paleoclimatiche approfondite.

«Per centinaia di anni, gli astronomi sono stati incuriositi dalla calotta polare nord su Marte. Ora, con le moderne osservazioni dei veicoli spaziali, possiamo decifrare come quella calotta glaciale abbia risposto a una storia climatica che riflette i cambiamenti nell’atmosfera e la conseguente attività geologica evidenziata in altre parti del pianeta», ha spiegato Kenneth Tanaka, coautore dello studio.

«Allo stesso modo, lo studio dell’acqua immagazzinata nelle regioni polari della Terra racconta gran parte della storia del suo clima. D’altro canto, come lo scioglimento delle calotte glaciali sul nostro pianeta porta principalmente all’aumento del volume dell’acqua oceanica, lo stesso vale per Marte, dove si pensa che il ghiaccio d’acqua venga ridistribuito principalmente come depositi di ghiaccio che formano mantelli alle medie latitudini e persino ghiacciai alle basse latitudini».

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