«Il cauto ottimismo della ragione accompagna il conto alla rovescia del nuovo test di accensione dei quattro motori RS-25 dello Space Launch System previsto per le ore 17.00 del 25 febbraio dallo Stennis Space Center nel Mississippi».

Questo il messaggio della Nasa ai giornalisti collegati in remoto lo scorso 19 febbraio per annunciare il secondo test Green Run dopo il fallimento della prima prova sui motori. Motivo del cauto ottimismo è il successo dello scorso 28 gennaio dove la Nasa ha testato in  8 minuti e mezzo la nuova serie di motori RS-25 che contribuiranno all’alimentazione del sistema di lancio.

La prudenza della Nasa, che però confida con questo metodo di giungere a dei livelli di sicurezza tali da garantire il lancio dell’SLS entro l’anno, si basa su un’approssimazione successiva delle prove di fuoco per i motori.

Julie Bassler, responsabile delle fasi SLS presso Marshall, ha affermato che l’agenzia ha 10 obiettivi di verifica dettagliati per il test hot fire, tali da confermare le prestazioni attese per il lancio di SLS. Il test precedente ha raggiunto tre di questi obiettivi, con dati parziali per altri sei e nessun dato per l’ultimo obiettivo. « Per questo nuovo test nei primi quattro minuti raccoglieremo tutti i dati per quei 10 obiettivi di verifica».

In altre parole l’esecuzione per più di quattro minuti fornirà dati per testare obiettivi secondari ma necessari. Come in una prova per la quale non è consentito sbagliare, il lancio del nuovo sistema che renderà Nasa self made nel trasporto spaziale, passa per la verifica già ottenibile nei primi quattro minuti, senza coinvolgere il primo stadio.

Tra l’approccio deterministico e l’ottimismo della ragione, la Nasa si prepara al test del 25 febbraio guardando già al prossimo futuro. Se tutto andrà come previsto l’SLS verrà trasferito su una chiatta per la spedizione al Kennedy Space Center in circa 30 giorni. In quel luogo storico e ancora operativo il sistema sarà integrato con due ripetitori a razzo solido a cinque segmenti e nello stadio superiore verrà posizionata la navicella Orion per il lancio dell’Artemis 1.

Dopo che il primo test Green Run (sopra) si è interrotto dopo 67 secondi il 16 gennaio, la NASA spera che il prossimo test, previsto per il 25 febbraio, durerà almeno quattro minuti. Credito: SpaceNews / Jeff Foust

Malgrado la tempesta invernale e un’ondata di freddo eccezionale a Stennis – Mississippi – in questi giorni, John Shannon, vicepresidente e responsabile del programma SLS di Boeing comunica che il veicolo non ha avuto bisogno di molte ristrutturazioni e malgrado il primo hotfire è in gran forma.

Mentre Tom Whitmeyer, vice amministratore associato per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione presso la sede della NASA, se da un lato si spinge a non escludere il lancio di Artemis 1 entro il prossimo ottobre, dall’altro ammette che è necessario quel tempo utile a concludere la curva di apprendimento che ha messo insieme fattori non tutti positivi come  i test delle prime operazioni, il tempo e la pandemia.   In conclusione è difficile confermare una data di lancio per Sls. Ora è necessario concentrarsi sul prossimo hotfire test in attesa dei prossimi sviluppi.

 

In evidenza un rendering artistico mostra l’evoluzione dello Space Launch System (SLS) dal Blocco 1 a varie configurazioni in grado di supportare diversi tipi di missioni di equipaggio e cargo. Sul primo volo del razzo, Artemis I, il veicolo SLS Block 1 trasporterà una navicella spaziale Orion senza equipaggio.