Mars Hope dell’Agenzia spaziale degli Emirati Arabi Uniti, in viaggio dallo scorso 19 luglio, arriverà nell’orbita marziana alle ore 16.41 ora italiana di domani 9 febbraio.
A distanza di poco meno di ventiquattro ore dal momento clou della missione emiratina, tutto il team con in testa il Sarah Al Amiri, Ministra di Stato per le scienze avanzate e presidente dell’Agenzia Spaziale degli Emirati Arabi Uniti, trattiene il fiato per l’emozione di un traguardo atteso e sperato.
Domani, come da programma, la navicella azionerà i suoi propulsori principali per 27 minuti e controllerà il rallentamento fino a quando non verrà catturata dall’orbita marziana.
«Sette anni di lavoro che coinvolgono un team di individui straordinari provenienti da diversi continenti. Un grande lavoro che si concentra sull’inserimento nell’orbita di Marte, che non è una manovra facile», ha detto Al Amiri, descrivendo i suoi sentimenti contrastanti tra emozione e razionalità.
C’è però chi nel team spende parole di deciso ottimismo, malgrado ne ammetta il pathos: «Questo è un evento altamente preparato, simulato e analizzato e non riesco a immaginare di essere più pronti di quanto lo siamo adesso. Siamo molto fortunati ad avere una navicella spaziale ben funzionante e tutto sembra procedere come da pianificazione. Sono ottimista» commenta Pete Withnell, program manager per la Emirates Mars Mission presso il Laboratory for Atmospheric and Space Physics (LASP) dell’Università del Colorado.
In attesa della pioggia di dati da analizzare, David Brain, vice responsabile scientifico della missione al LASP, sottolinea invece il potenziale rischio dell’imminente manovra di inserimento in orbita, e afferma: «C’è una possibilità che non vada bene, e se accadrà ce ne occuperemo.»
Se tutto andrà come previsto, una volta in orbita Hope utilizzerà la suite di tre strumenti per fornire una visione completa dell’atmosfera marziana, incluso il monitoraggio delle condizioni meteorologiche del pianeta e lo studio dei processi mediante i quali i gas sfuggono dall’atmosfera nello spazio.
La missione, una volta raggiunta l’orbita finale tra 20.000 e 43.000 chilometri di altitudine, fornirà dettagli per una visione completa dell’atmosfera marziana.
Hope è la prima missione interplanetaria e fiore all’occhiello per gli Emirati Arabi Uniti e per tutto il mondo arabo. Il conto alla rovescia per l’ingresso in orbita marziana è seguito in tutto il paese con grande partecipazione, ha fatto sapere la Al Amiri.
Hope non sarà sola nei dintorni di Marte nel calendario di febbraio 2021. In programma il 10 l’arrivo della cinese Tianwen-1 mentre il 18 occhi puntati sull’atterraggio del rover Nasa Perseverance.
Credito immagine: Agenzia spaziale degli Emirati Arabi Uniti