La sonda Esa Mars Express ha puntato i suoi occhi sulla Pyrrhae Regio, una zona di Marte costellata da crolli e e crateri da impatto. La parte superiore dell’immagine in alto mostra un bacino, che si estende per circa 40 chilometri, dove la roccia fusa dall’impatto dei meteoriti si è depositata e in seguito stratificata fino a formare una serie di ‘cicatrici’ nel terreno. Al centro la superficie è relativamente liscia e priva di caratteristiche, anche se si nota la presenza di due canali, quasi una ramificazione del terreno circostante. Questi canali vengono prodotti quando l’acqua filtra e scorre costantemente attraverso i sedimenti per ritagliarsi una rete di drenaggio naturale. Ma la vero protagonista dell’immagine è un’area sommersa e irregolare nota come ‘terreno caotico’.
Questo tipo di terreno si forma solitamente quando il ghiaccio e i sedimenti iniziano a sciogliersi, spostandosi. Lo strato mutevole fa collassare la superficie sovrastante, a volte anche in modo catastrofico e veloce, quando l’acqua defluisce rapidamente attraverso la regolite (lo strato vicino alla superficie dei pianeti rocciosi). Il ghiaccio può essere indotto a sciogliersi da eventi quali il flusso di lava vulcanica, il magmatismo sotterraneo, gli impatti di grandi meteoriti o i cambiamenti climatici. A ovest della Pyrrhae Regio, la natura caotica del paesaggio continua a far sentire la sua presenza soprattutto nel colossale sistema di canyon della Valles Marineris.
Questa vallata, circa dieci volte più lunga e cinque volte più profonda del Grand Canyon sulla Terra, comprende una miriade di spaccature, canali, deflussi, fratture e segni di scorrimento di materiale (come acqua, ghiaccio, lava o detriti). Al suo interno ospita molti terreni caotici sostanziali, tra cui Aurorae Chaos ed Erythraeum Chaos. Valles Marineris ha le sembianze di una grande cicatrice che ‘sfregia’ la superficie di Marte e gli scienziati pensano che essa si sia formata quando la crosta del pianeta è stata ‘allungata’ dalla vicina attività vulcanica. Questo allungamento ha prodotto una lacerazione del terreno e poi un collasso visibile nelle profonde depressioni che vediamo oggi.
Oltre a caratterizzare i complessi processi morfologici di Marte, Mars Express – in orbita attorno al Pianeta Rosso dal dicembre 2003 con a bordo due strumenti italiani, lo spettrometro Fourier Pfs e il radar sub-superficiale Marsis – ha trascorso anni a mappare i suoi minerali e a identificare la composizione dell’atmosfera e ha analizzato l’effetto del vento solare sull’ambiente marziano.