Battuta d’arresto per il lanciatore europeo Vega. Nella notte del 17 novembre, alle 2:53 italiane, il razzo dell’Esa progettato e costruito in Italia da Avio ha fallito la missione VV17 a pochi minuti dal decollo dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guiana Francese.
«Questa notte durante la missione Vega VV17 che trasportava i satelliti SEOSAT-Ingenio e Taranis – si legge nel breve comunicato stampa diffuso da Avio – a circa 8 minuti dal decollo, dopo il completamento nominale della propulsione del primo, secondo e terzo stadio e la prima accensione del motore del quarto stadio, si è verificata un’anomalia che ha provocato una deviazione della traiettoria del lanciatore con la conseguente conclusione prematura della missione. Sono in corso analisi dei dati per chiarire le ragioni di quanto accaduto».
L’insuccesso di oggi è il secondo dopo il fallimento, nel luglio 2019, della missione Falcon Eye 1 a causa di un’anomalia poco dopo l’accensione del secondo stadio, lo Zefiro 23. Questa battuta d’arresto arriva a seguito della buona riuscita del lancio precedente, la missione VV16 dello scorso 3 settembre. Missione con cui l’Europa ha inaugurato lo Small Spacecraft Mission Service (SSMS), un nuovo sistema di trasporto e rilascio in orbita per piccoli satelliti in rideshare. In quell’occasione Vega ha mandato con successo nello spazio, su quote orbitali diverse, 53 tra nano, micro e minisatelliti a beneficio di 21 clienti di 13 differenti Paesi.
Invece con il lancio non riuscito della missione VV17 di oggi è stato perso anche il carico di Vega, costituito dal satellite spagnolo SEOSAT-Ingenio da 750 chilogrammi per l’osservazione della Terra e dal satellite francese Taranis da 175 chilogrammi per studiare i fenomeni elettromagnetici nell’alta atmosfera.
«Ci scusiamo con i nostri clienti per l’accaduto. Stiamo lavorando con i nostri partner di Avio per analizzare i dati sull’anomalia della missione VV17. Per ora possiamo dire che il fallimento non ha nulla a che vedere con il fallimento precedente, che era dovuto a una debolezza del design del lanciatore che era stata adeguatamente affrontata e risolta», ha detto oggi durante una conferenza stampa Stéphane Israël, Ceo di Arianespace, l’azienda francese che gestisce i lanci per l’Esa.
L’ipotesi al momento messa sul tavolo da Arianespace è quella di un errore umano, e quindi non di un errore di progettazione. Israël ha parlato di un possibile problema di «inversione di cavi» sullo stadio superiore del razzo, ma si tratta di una circostanza ancora tutta da verificare. Per questo l’Agenzia spaziale europea e Arianespace costituiranno una commissione di inchiesta indipendente.
«Andremo a fondo per comprendere le ragioni e fare le dovute correzioni – ha concluso Israël durante la conferenza stampa. – Abbiamo altri lanci programmati per quest’anno: siamo decisi a non cambiare la nostra tabella di marcia ed effettuare questi voli come previsto»,
Ha partecipato all’aggiornamento alla stampa anche Josef Aschbacher, Direttore dei programmi di osservazione della Terra dell’Esa, che si è soffermato in particolare sul satellite spagnolo. «SEOSAT-Ingenio aveva due obiettivi, – ha detto Aschbacher – il primo era sviluppare una competenza industriale in Spagna per implementare un sistema spaziale completo, compresa l’analisi dei dati satellitari. Questo obiettivo è stato pienamente raggiunto, come dimostra anche un contratto che l’Esa ha appena firmato con l’industria spagnola nell’ambito del programma Copernicus. Invece il secondo obiettivo, stabilire un sistema spagnolo di osservazione della Terra, non è stato raggiunto a causa della perdita del satellite. Come è prassi per le missioni governative, SEOSAT-Ingenio non era assicurato contro l’eventualità di un fallimento del lancio. Per questo l’Esa è pronta a supportare il governo spagnolo per esplorare opzioni possibili per la costruzione di un nuovo sistema satellitare di osservazione della Terra».
Sul fronte francese, lo Chief Operating Officer del Cnes Lionel Suchet ha sottolineato l’importanza della cooperazione in questa fase delicata. «Questo tipo di incidenti – ha detto – fa parte della difficoltà del nostro lavoro, e dobbiamo affrontare la situazione insieme. Abbiamo perso un satellite, ma le competenze acquisite non sono perdute, e ci serviranno in futuro».
Suchet ha aggiunto che Cnes farà parte della commissione indipendente per indagare l’accaduto e identificare la specifica causa del malfunzionamento di Vega.
Ecco la diretta video di Arianspace del fallimento della missione VV17 del 17 novembre