Non ci sono ancora date certe, né indicazioni su quali saranno le missioni, ma gli astronauti europei voleranno verso la Luna in tre diverse occasioni. E’ quanto dichiarato il 28 ottobre da Gina Andersen, portavoce Nasa, a seguito della firma del Memorandum of Understanding (in sigla MoU) sottoscritto da remoto il 27 ottobre dai leader delle agenzie statunitense ed europea, Jim Bridenstine e Jan Woerner.
Il MoU, il cui testo né la Nasa né l’Esa hanno reso pubblico, estende l’attuale accordo intergovernativo per la Stazione spaziale internazionale al Gateway, l’avamposto in orbita attorno alla luna destinato a supportare missioni con equipaggio sulla superficie lunare.
In base all’accordo, l’Esa fornirà al Gateway un modulo abitativo denominato I-Hab e un elemento di telecomunicazioni e rifornimento denominato European System Providing Refuelling, Infrastructure and Telecommunications chiamato Esprit. L’Esa costruirà anche due moduli di servizio aggiuntivi per il veicolo spaziale Orion.
Tali contributi erano pianificati già da tempo. L’Esa si era assicurata un finanziamento iniziale per il Gateway alla Conferenza ministeriale Space19+ nel novembre 2019 e il 14 ottobre scorso l’agenzia ha assegnato alle industrie – una di esse italiana – i contratti per I-Hab e ESPRIT.
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In cambio, la Nasa offrirà opportunità di volo agli astronauti europei che, a detta di Andersen, riguarderanno tre diversi voli con equipaggio per la Stazione lunare e non le missioni sulla superficie lunare.
Il portavoce Nasa, secondo quanto riportato dal sito Spacenews, ha affermato che il MoU «è un accordo importante che fa parte di un pacchetto più ampio che include gli altri partner del Gateway», in particolare Canada e Giappone, che sono ancora in fase di negoziazione. «Una volta siglati gli accordi con Canada e Giappone, la Nasa prevede di rilasciare un pacchetto con i tre MoU», ha aggiunto.
Sia il Canada che il Giappone hanno dichiarato la loro intenzione di partecipare al Gateway. Il governo canadese ha annunciato nel febbraio 2019 la costruzione di un braccio robotico per la stazione lunare, il Canadarm3. Il governo giapponese ha firmato un accordo di cooperazione con la Nasa a luglio che delinea il ruolo del Giappone nell’esplorazione umana, compresi i potenziali contributi al Gateway.
Dei 5 partner storici della Iss, la posizione più dubbiosa – sempre secondo quanto riportato da Spacenews – resta quella della Russia. Bridenstine ha detto che la Nasa ha discusso con «tutti i partner della Stazione Spaziale Internazionale», il che includerebbe anche la Russia. Tuttavia, allo IAC del 12 ottobre, Dmitry Rogozin, direttore generale dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, ha criticato il Gateway definendolo «troppo centrato sugli Stati Uniti» e ha affermato che «la Russia probabilmente si asterrà dal parteciparvi su larga scala».
Per quanto riguarda le realtà nazionali che compongono l’Esa, nonostante il MoU, al momento solo tre dei 22 stati membri hanno firmato gli accordi per Artemis – documento che sancisce i principi che regolano il programma lunare – e sono Italia, Lussemburgo e Regno Unito. Il testo è stato siglato anche da Canada, Giappone, Australia ed Emirati Arabi Uniti durante una cerimonia virtuale che si è svolta il 13 ottobre. L’Italia ha anche sottoscritto con gli Stati Uniti un accordo bilaterale di cooperazione per la Luna.
A generare criticità In Europa sono le disposizione degli Accordi riguardanti il diritto di estrarre e utilizzare le risorse spaziali. «I 22 stati membri hanno posizioni abbastanza diverse su come questo aspetto dovrebbe essere affrontato», ha detto Sylvie Espinasse, capo dell’ufficio dell’ESA a Washington DC, durante una tavola rotonda del 27 ottobre al Simposio von Braun.
«L’Esa ascolterà attentamente» tutti i suoi Stati membri, ha aggiunto Espinasse, come le indicazioni che arriveranno dal Comitato delle Nazioni Unite per gli usi pacifici dello spazio esterno. «E poi proporremo un pacchetto di attività sulla superficie lunare per contribuire ad Artemis in un quadro giuridico che sia soddisfacente per tutti».