Il buco dell’ozono sopra l’Antartide ha raggiunto, quest’anno, la sua massima dimensione: 25 milioni di kmq. Rispetto agli ultimi anni è uno dei più grandi e profondi. Questo è quanto emerge dai dati del satellite Sentinel-5P del Programma europeo di Osservazione della Terra Copernicus, congiuntamente al German Aerospace Center. 

Le misurazioni mostrano che il buco dell’ozono è cresciuto rapidamente da metà agosto e copre la maggior parte del continente antartico, con le sue dimensioni ben al di sopra della media. Un aspetto anomalo se pensiamo che solo lo scorso anno il buco dell’ozono non solo si è chiuso prima del previsto, ma è stato anche il più piccolo mai registrato negli ultimi 30 anni.

Size of the 2020 ozone hole

 

La variabilità delle dimensioni del buco dell’ozono è in gran parte determinata dalla potenza di un forte vortice polare, una conseguenza diretta della rotazione terrestre e delle forti differenze di temperatura tra le latitudini polari e moderate.

Quando le temperature elevate nella stratosfera iniziano a salire nell’emisfero meridionale, la riduzione dell’ozono rallenta, il vortice polare si indebolisce e alla fine si rompe portando, entro la fine di dicembre, i livelli di ozono alla normalità.

Quando il vortice è molto forte funge da barriera: le masse d’aria nelle latitudini polari non si incontrano con quelle moderate, rimanendo quindi isolate sopra le latitudini polari, raffreddandosi durante l’inverno.

Così, le temperature nell’ozonosfera sull’Antartide, rimanendo costantemente basse, favoriscono la formazione di nuvole stratosferiche che, sotto l’effetto della radiazione solare, fanno sì che le le reazioni delle sostanze chimiche presenti nella stratosfera, come il cloro e il bromo, ‘divorino’ lo strato di ozono.

Nonostante il dato del 2020, da quando è stato introdotto il divieto degli alocarburi,  il buco dell’ozono sta gradualmente diminuendo. Gli esperti  attualmente prevedono che lo strato di ozono globale raggiungerà nuovamente il suo stato normale intorno al 2050.