Gli astrofisici del Rensselaer polytechinic instutute hanno osservato una serie di formazioni stellari, simili a gusci, che si sono formate nella Via Lattea, nelle vicinanze della costellazione della Vergine. Queste formazioni sarebbero state prodotte da una collisione, avvenuta quasi 3 miliardi di anni fa, con un galassia nana.
All’incirca vent’anni fa, gli astronomi avevano identificato una zona della nostra galassia ricca di stelle, nota come Virgo Overdensity. Alcune delle stelle presenti in quella regione si stavano muovendo verso la Terra mentre altre se ne allontanavano, un evento molto insolito poiché solitamente gli ammassi stellari condividono gli stessi movimenti. Da qui l’ipotesi, proposta nel 2019, che Virgo Overdensity fosse il risultato di una fusione radiale.
La nuova ricerca, appena pubblicata su The Astrophysical Journal, ha individuato due strutture a guscio nelle regione Virgo Overdensity e due nella regione Hercules Aquila Cloud. Queste strutture stellari a guscio si sarebbero formate mentre la galassia nana, rimbalzando su e giù attraverso il centro della Via Lattea, veniva incorporata a essa. Questo evento ha poi preso il nome di Virgo Radial Merger. Grazie alle simulazioni al computer, il team di ricerca è stato in grado di comprendere che la galassia nana sarebbe passata per la prima volta nel centro della Via Lattea ben 2,7 miliardi di anni fa.
Questa scoperta potrebbe far luce su altre potenziali implicazioni per una serie di fenomeni stellari, «Ci sono molti potenziali collegamenti a questa scoperta, il Virgo Radial Merger apre le porte a una maggiore comprensione di altri fenomeni che vediamo e non comprendiamo appieno, e che potrebbero benissimo essere stati influenzati da qualcosa che è accaduto proprio nel mezzo della galassia meno di 3 miliardi di anni fa» ha commentato la principale autrice dello studio, Heidi Jo Newberg.
Immagine in evidenza: Le stelle identificate nella ricerca hanno formato strutture a guscio all’indomani di una fusione radiale avvenuta 3 miliardi di anni fa. Rensselaer Polytechnic Institute