Un team internazionale, tra cui figurano scienziati delle Università di Berna, Ginevra e dell’Inaf di Firenze, ha utilizzato lo spettrometro Harps dell’Osservatorio di La Silla in Cile per scrutare Wasp-121b, un gioviano ultra caldo situato a 850 anni luce da noi. Il pianeta – che orbita nelle immediate vicinanze della sua stella in meno di due giorni – vanta temperature elevatissime – tra i 2500 e i 3000 gradi – ed è il candidato ideale per approfondire le conoscenze sugli Hot Jupiter.
Grazie alle analisi effettuate – pubblicate sulla rivista Astronomy & Astrophysics – gli astronomi sono stati in grado di dimostrare che l’atmosfera del pianeta è composta d almeno sette metalli gassosi: vanadio, ferro, cromo, calcio, sodio, magnesio e nichel. La scoperta mette in discussione le teorie precedenti, secondo le quali i composti chimici complessi non potrebbero formarsi in condizioni simili, per via dell’eccessivo calore.
«Tutti i metalli sono evaporati per via delle alte temperature – spiega H.J Hoeijmakers, primo autore dello studio – e hanno reso l’atmosfera del pianeta ricca di questi elementi». Lo studio ha permesso agli scienziati di trarre conclusioni sui processi chimici che si verificano sugli Hot Jupiter. In futuro, quando avremo a disposizione telescopi e spettrografi più sensibili, potremo studiare le proprietà di pianeti rocciosi più piccoli e più freddi simili alla Terra.
«Grazie a nuovi strumenti più potenti e alle tecniche che già utilizziamo oggi – continua Hoeijmakers – saremo in grado di rilevare le firme biologiche, ovvero le tracce lasciate da acqua, ossigeno e metano». Le nuove informazioni su Wasp 121b evidenziano anche che la ricerca degli esopianeti sta entrando in una nuova era. «Per anni abbiamo catalogato e misurato moltissimi pianeti extrasolari – conclude Hoeijmakers – ora invece stiamo iniziando a comprendere davvero i dati forniti dagli strumenti e capire cosa si cela dietro il processo di formazione di questi mondi caldissimi».
Leggi lo studio