Si trovano ad una distanza di oltre 9mila anni luce nella costellazione dello Scorpione, hanno una massa pari a circa 25 volte quella del Sole e si annidano in una nube dalle proporzioni colossali (10mila Soli): sono le due baby stelle massicce che costituiscono il sistema Iras 16547-4247, osservato recentemente con Alma. Il radiotelescopio, situato nel deserto di Atacama in Cile, ha individuato nei dischi che ‘abbracciano’ i due astri molecole di cloruro di sodio – il comune sale da tavola – e tale scoperta è al centro di uno studio di The Astrophysical Journal Letters (articolo: “Salt, Hot Water, and Silicon Compounds Tracing Massive Twin Disks”); l’indagine è stata condotta da un team internazionale di astronomi, sotto il coordinamento del National Astronomical Observatory of Japan.
La sensibilità degli strumenti di Alma ha permesso di cogliere i tratti salienti del sistema binario e del suo ambiente circostante e quindi di aggiungere nuovi tasselli alla conoscenza dei processi di formazione ed evoluzione delle stelle massicce: questi oggetti celesti, infatti, sono tuttora difficili da studiare perché nascono in aree dello spazio piuttosto remote e sono celati da vaste nubi, articolate in strutture complesse.
I dati raccolti dal radiotelescopio hanno evidenziato la presenza, intorno a ognuna delle due stelle, di un disco gassoso contenente cloruro di sodio e vapore acqueo; si tratta della seconda volta in cui viene riscontrato del sale intorno a giovani astri massicci, un dato che può far considerare tale sostanza un utile marcatore per esplorare i dintorni di questa categoria di stelle. Il cloruro di sodio, molecola non molto comune nello spazio, era stato individuato per la prima volta nei pressi della stella Orion Kl Source I; tuttavia, gli studiosi avevano pensato ad un caso isolato, mentre la nuova scoperta pone la presenza del sale sotto una luce diversa. Secondo gli autori del saggio, il sale e il vapore acqueo deriverebbero dalla distruzione delle particelle di polvere e questo fenomeno sarebbe indicativo della natura dinamica dei dischi in cui si nascondono le stelle di Iras 16547-4247.
Approfondire la conoscenza delle caratteristiche dei dischi circumstellari (quali, ad esempio, la composizione e il movimento) è di fondamentale importanza per comprendere la storia e i meccanismi evolutivi degli astri neonati, che proprio tramite queste strutture accrescono la loro massa. Nel caso di Iras 16547-4247, i dati di Alma hanno rivelato che i dischi si muovono in direzioni opposte e questa caratteristica potrebbe fornire qualche elemento in più sul passato del sistema binario: gli astronomi, infatti, pensano che le due stelle non siano vere e proprie gemelle, ma che si siano formate separatamente e si siano appaiate solo in un secondo momento.
Questo filone di ricerca, secondo gli autori del paper, è meritevole di ulteriori approfondimenti che potranno essere messi in atto – specie per quanto riguarda la tracciatura delle molecole – quando sarà varato il radiotelescopio Vla di nuova generazione.
In alto: elaborazione artistica del sistema binario (Crediti: Alma – Eso/Naoj/Nrao) – in basso: immagine Alma che mostra i singoli componenti nei dischi circumstellari (Crediti: Alma – Eso/Naoj/Nrao – Tanaka et al.)