Tra i misteri spaziali degli ultimi tre anni, il visitatore interstellare a forma di sigaro dall’esotico nome hawaiano occupa certamente i primi posti. ‘Oumuamua, termine che significa qualcosa come “messaggero che viene da lontano”, è stato il primo oggetto proveniente dall’esterno del sistema solare mai osservato. Scoperto nell’ottobre 2017 dal telescopio Pan-Starss 1 alle Hawaii, ha attraversato, velocissimo, il nostro sistema planetario per poi allontanarsi nel giro di qualche settimana.

Nella preziosa finestra di osservazione disponibile, molti altri telescopi hanno puntato gli occhi su ‘Oumuamua, raccogliendo una grande quantità di dati. Sono così fioccate teorie più o meno fantasiose sulla sua natura: cometa, asteroide, iceberg di idrogeno, addirittura astronave aliena. Niente di tutto ciò. Una dopo l’altra, le varie ipotesi sono state smentite, e ad agosto gli scienziati hanno dichiarato il mistero ancora aperto.

Ora un team di ricerca guidato dall’Università di Oslo azzarda una nuova teoria. Che di primo impatto può destare perplessità: ‘Oumuamua sarebbe un “coniglietto di polvere” interstellare. Nessuno strano animale spaziale, in realtà. L’espressone viene dall’inglese dust bunny, con cui si indicano i grumi di polvere, ragnatele e capelli che si accumulano sotto i mobili. Sospinti da minuscole correnti, possono vagare per casa evocando appunto l’immagine di coniglietti polverosi. Prendiamo ora lo stesso concetto, scaliamolo di qualche ordine di grandezza e mettiamolo nello spazio. Questo, secondo il nuovo studio, potrebbe essere ‘Oumuamua: un gigante coniglietto di polvere cosmica. Fuor di metafora, gli scienziati affermano che il visitatore interstellare sia composto dalla polvere proveniente dal nucleo di una cometa. Questo particolare flusso di particelle si sarebbe aggregato formando quello che gli autori dello studio hanno chiamato un frattale cometario.

I frattali sono oggetti geometrici che si riproducono nella loro forma su scale diverse, proseguendo potenzialmente all’infinito. L’esempio più comune è il broccolo romano, ma questa nozione geometrica trova espressione anche nello spazio, ad esempio nelle nubi interstellari. Nel caso di ‘Oumuamua, la forma frattale potrebbe spiegare la sua incredibile velocità. La polvere cometaria, aggregata seguendo uno schema ben definito, avrebbe infatti un legame gravitazionale molto debole. Questo permetterebbe di spedire il frattale nello spazio interstellare, come è effettivamente successo a ‘Oumuamua.