La Via Lattea non è sola nel suo quartiere galattico. Ha catturato nella sua orbita galassie di diversa grandezza. Le maggiori in termini di dimensioni sono conosciute come la Piccola e la Grande Nube di Magellano, visibili nell’emisfero australe.

Quando le Nubi di Magellano iniziarono a girare attorno alla Via Lattea miliardi di anni fa, un enorme flusso di gas di idrogeno neutro e stelle, noto come Corrente Magellanica, ha iniziato a fluire verso la nostra galassia e ad estendersi nel cielo. Oggi la Corrente Magellanica si espande per più della metà del cielo notturno ma gli astronomi, finora, non sono riusciti a spiegare come questo flusso sia potuto diventare così massiccio nel corso del tempo – oltre un miliardo di volte la massa del Sole.

Un nuovo studio, capitanato da un team dell’Università del Wisconsin-Madison, sostiene che attorno alle Nubi di Magellano sia presente un alone di gas caldo che sembrerebbe comportarsi come una sorta di guscio protettivo, schermando le galassie nane dall’alone della Via Lattea e contribuendo alla maggior parte della massa della Corrente Magellanica.

«I modelli esistenti sulla formazione della Corrente Magellanica sono obsoleti perché non possono spiegare la sua massa», afferma Scott Lucchini, primo autore dell’articolo. «Ecco perché abbiamo realizzato un nuovo modello che fornisce una valida spiegazione sulla massa del flusso».

I modelli precedenti sostenevano che il lungo ponte di gas si sarebbe formato a causa delle intense forze mareali che legano le Nubi alla nostra galassia. Il nuovo studio, invece, ha rivelato che le Nubi di Magellano sono abbastanza massicce da avere un proprio alone di gas caldo, o corona, che le avvolge. Ed è proprio la corona ad aver cambiato radicalmente il modo in cui si è sviluppata la Corrente Magellanica.

Le simulazioni condotte dal team mostrano che quando le Nubi di Magellano erano ancora lontane dalla Via Lattea, per miliardi di anni la Grande Nube ha ‘rubato’ gas dalla sorella più piccola. Questo gas ha contributo per circa 10-20% alla massa finale del flusso. Successivamente, quando le Nubi sono state catturate nell’orbita della Via Lattea, la corona sembra aver ceduto un quinto della propria massa per formare la Corrente Magellanica. 

Il modello sviluppato dal team di ricerca potrà essere testato direttamente dal telescopio spaziale della Nasa Hubble, che dovrebbe essere in grado di osservare le ‘firme’ rivelatrici nella corona di gas che circonda le Nubi di Magellano, offrendoci così un quadro più completo del nostro vicinato galattico.

«Questo lavoro ridefinisce la nostra comprensione di come il gas si accresce nella Via Lattea e forma il serbatoio per la futura formazione stellare», afferma Joss Bland-Hawthorn, coautore dell’articolo.

Lo studio è stato pubblicato su Nature.