Un gruppo di scienziati dell’Università dell’Arizona ha monitorato per la prima volta l’intero movimento terrestre verticale della costa della California. Lo studio, pubblicato su Science Advances e finanziato dalla Nasa ha misurato l’innalzamento e l’abbassamento di alcune aree costiere grazie all’uso di Insar, una tecnica radar che utilizza due o più radar ad apertura sintetica per generare mappe utili per il monitoraggio geofisico dei rischi naturali.
La maggior parte della popolazione mondiale vive in aree sul livello del mare e secondo diverse previsioni, alcune di queste, verranno sommerse entro la fine del 21esimo secolo a causa dell’innalzamento dei mari. Il dato più rilevante utile per valutare gli impatti del cambiamento del livello del mare su queste comunità è l’innalzamento del livello del mare relativo, ovvero il cambiamento di elevazione tra l’altezza della superficie terrestre e l’altezza della superficie del mare.
Gli scienziati hanno elaborato i dati scoprendo che le aree più sensibili della California sono rappresentate dalle città di San Diego, Los Angeles, Santa Cruz e San Francisco. In totale la popolazione interessata varia tra i quattro e gli otto milioni di persone che si troveranno nei prossimi decenni davanti ai problemi derivanti dall’erosione del suolo.
«Abbiamo inaugurato una nuova era della mappatura costiera con una risoluzione e un dettaglio più elevati che mai – ha dichiarato Manoochehr Shirzaei, autore dello studio – “il dettaglio senza precedenti e l’accuratezza risolti nel nostro set di dati sul movimento terrestre verticale possono trasformare la comprensione dei cambiamenti naturali e antropogenici nel livello del mare relativo e nei rischi associati».
Insar utilizza il radar per misurare il cambiamento di distanza tra il satellite e la superficie del suolo, producendo mappe di deformazione estremamente accurate della superficie terrestre con una risoluzione di 10 secondi su un’estensione spaziale di 100 secondi. La subsidenza o abbassamento del suolo può verificarsi a causa di processi naturali e antropogenici o grazie a una loro combinazione. I processi naturali comprendono il movimento dell placche la regolazione isostatica glaciale e la compattazione del suolo. Le cause antropogeniche comprendono l’estrazione delle acque sotterranee e la produzione di petrolio e gas.
A partire dal 2005, circa 40 milioni di persone sono state esposte a un rischio di inondazioni costiere ed entro il 2070 questo numero crescerà di oltre tre volte. Secondo lo studio i danni provocati dalle inondazioni porteranno a gravi perdite economiche nelle aree colpite – si stima circa il 9 percento del Pil – e gli Stati Uniti, il Giappone e i Paesi Bassi saranno i paesi più esposti. Queste stime dell’esposizione si basano solo su proiezioni dell’innalzamento medio globale del livello del mare e non tengono conto del movimento verticale della terra.
Lo studio ha misurato l’intera costa della California lunga 1350 chilometri in un arco temporale che va dal 2007 al 2018 ottenendo migliaia di immagini satellitari nel tempo, utilizzate per realizzare una mappa di movimento terrestre verticale che comprende un’ampia gamma di tassi di elevazione costiera e subsidenza.
«La maggior parte del perimetro della baia di San Francisco è soggetta a subsidenza con tassi che raggiungono i 5,9 mm / anno – ha affermato Em Blackwell co-autore dello studio – In particolare, l’aeroporto internazionale di San Francisco sta diminuendo con tassi superiori a 2,0 mm / anno. L’area della baia di Monterey, compresa la città di Santa Cruz, sta rapidamente affondando senza zone di sollevamento. I tassi di subsidenza per quest’area raggiungono 8,7 mm / anno. L’area di Los Angeles mostra subsidenza lungo piccole zone costiere ma la maggior parte di essa si sta verificando nell’entroterra».
Nei prossimi decenni la popolazione costiera dovrebbe crescere fino a oltre 1 miliardo di persone entro il 2050, a causa della migrazione verso la costa. Il team di scienziati dell’Arizona conta di portare avanti lo studio e di integrarlo con altri settori per sfruttare altri metodi di indagine e identificare più velocemente i pericoli dati dall’innalzamento dei mari negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
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