Bolle giganti, anelli, eliche ed elementi che si intersecano diagonalmente: si sono presentate così, allo sguardo degli studiosi, le variegate strutture del campo magnetico di Ngc 4217, una galassia a spirale situata a 67 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione dell’Orsa Maggiore. Queste particolarità sono emerse durante un campagna di osservazioni condotta con il radiotelescopio Vla (Karl Guthe Jansky Very Large Array) in Nuovo Messico e sono state analizzate in uno studio appena pubblicato su Astronomy & Astrophysics (articolo: “Transport processes and the X-shaped magnetic field of NGC 4217: off-center superbubble structure”); l’indagine, effettuata da un gruppo internazionale di astronomi, è stata coordinata dall’Università della Ruhr-Bochum (Germania).
Le galassie a spirale, come la Via Lattea, presentano spesso estesi campi magnetici la cui formazione risulta ancora poco chiara, nonostante la formulazione di varie teorie. Lo studio di Astronomy & Astrophysics cerca di fare chiarezza, centrandosi su Ngc 4217 per la relativa vicinanza e la sua somiglianza con la nostra galassia. Le osservazioni di Ngc 4217 sono state effettuate nell’ambito del progetto di ricerca “Continuum Halos in Nearby Galaxies”, in cui sono state analizzate 35 galassie tramite le onde radio. I dati raccolti dal Vla hanno evidenziato nel campo magnetico di Ngc 4217 numerose strutture di grande interesse per gli astronomi: una a forma di X, una che sembra un’elica e due bolle molto estese, definite ‘super-bolle’. La X, riscontrata anche in altre galassie, si estende dal disco galattico verso l’esterno per oltre 20mila anni luce, mentre l’elica si sviluppa verso l’alto nell’alone galattico. Le bolle, invece, hanno avuto origine nei luoghi dove si sono verificate sia esplosioni di supernove sia nascite di nuovi astri con emissione di poderosi venti stellari.
Inoltre, i dati hanno messo in rilievo un fenomeno mai riscontrato in precedenza: la presenza di ampie strutture ad anello che si snodano nel campo magnetico lungo l’intera galassia e che, secondo il gruppo di lavoro, potrebbero essere attribuite alla formazione di nuove stelle per la direzione esterna assunta dalle emissioni di materiale. Gli autori del saggio, che hanno impiegato differenti metodi per visualizzare il campo magnetico di Ngc 4217, ritengono che i risultati ottenuti possano essere applicati anche alla Via Lattea e quindi essere utili per approfondire la conoscenza della nostra galassia.
In alto: foto composita ottico/radio di Ngc 4217. In verde le linee del campo magnetico che si estendono al di sopra e al di sotto della galassia, la cui immagine nel visibile si deve alla mappatura Sloan Digital Sky Survey e al Kitt Peak National Observatory (Crediti: Y. Stein-Cds, Nrao, Sdss, Kpno 0.9m, J. English-U. Manitoba, R.-J. Dettmar and A. Miskolczi-Ruhr U., R.J. Rand-U.N.M., e J. Irwin-Queen’s U.).