Per gli appassionati di spazio, il mese di luglio ha inaugurato un’estate marziana. Il bilancio è di tre lanci verso il pianeta rosso da parte di tre paesi – gli Emirati Arabi Uniti, la Cina e gli Stati Uniti – tre missioni marziane che sarebbero state quattro se Europa e Russia non avessero rinviato il lancio di ExoMars.

In questa fase dell’esplorazione marziana le agenzie spaziali si stanno ancora muovendo in modo piuttosto indipendente: i protagonisti sono i robot, che sorvolando o poggiandosi sul mondo rosso portano nello spazio le bandiere dei paesi che li hanno costruiti. Tutta un’altra storia sarà inviare i primi astronauti su Marte. Se la Nasa resta il principale traino per l’esplorazione marziana, con l’obiettivo di inviare il primo equipaggio entro gli anni ’30 del 2000, è altrettanto vero che lo sforzo per conquistare il pianeta rosso dovrà necessariamente essere collettivo.

Per raggiungere e soggiornare su Marte la collaborazione internazionale sarà imprescindibile, sia tra le agenzie spaziali che con le aziende private. Le tecnologie marziane del futuro a cui sta lavorando la stessa Nasa dimostrano la complessità di una missione che richiederà un incredibile sforzo tecnico-scientifico internazionale.

Avremo prima di tutto avanzati sistemi di propulsione, per garantire un viaggio andata e ritorno della durata complessiva di circa due anni – in media il triplo delle missioni in orbita bassa. I bagagli necessari per il soggiorno marziano giungeranno su lander gonfiabili, che permetteranno di spedire sul mondo rosso carichi particolarmente pesanti. Gli astronauti vestiranno tute spaziali high-tech, altamente adattabili all’ambiente marziano e capaci di garantire una maggiore mobilità rispetto alle tute utilizzate per le passeggiate spaziali al di fuori della Iss. E poi case e laboratori mobili, per spostarsi liberamente su Marte e condurre esperimenti, vivendo e lavorando su un altro mondo. Ancora, serviranno innovativi sistemi di produzione energetica, in grado di operare a prescindere dalla collocazione o dalle condizioni meteo. E infine tecnologie di comunicazione laser, per restare sempre connessi con il nostro pianeta e inviare grandi quantità di dati.

Tutto questo sarà possibile soltanto inaugurando un una nuova corsa allo spazio all’insegna della collaborazione, se si vuole raggiungere l’ambizione di chi come Elon Musk vuole rendere l’uomo una specie multiplanetaria, utilizzando vettori multipasseggeri per trasportare i futuri coloni di Marte.