Anche nello spazio c’è chi va ‘in tilt’: è quanto sta accadendo, secondo un recente studio, a due coppie di stelle che risiedono ciascuna nel ‘cuore’ di una giovane nebulosa planetaria. La loro effervescenza si fa sentire sull’ambiente che le ospita, plasmandolo al punto che le due nebulose hanno assunto un curioso aspetto zoomorfo: soggetti così interessanti, non solo per il look ma soprattutto per la rilevanza scientifica, non sono sfuggiti allo sguardo acuto di Hubble, che ha realizzato altri due splendidi ‘ritratti d’autore’. I risultati delle osservazioni sono stati illustrati nell’articolo “First Results from a Panchromatic Hst/Wfc3 Imaging Study of the Young, Rapidly Evolving Planetary Nebulae Ngc 7027 and Ngc 6302”, pubblicato su Galaxies, rivista open-access del Multidisciplinary Digital Publishing Institute; l’indagine è stata condotta da un gruppo di ricercatori statunitensi, coordinato dal Rochester Institute of Technology.
Le due nebulose sono classificate con i codici alfanumerici Ngc 6303 e Ngc 7027, ma sono note – rispettivamente – con i nomignoli di ‘Butterfly Nebula’ e ‘Jewel Bug Nebula’: la prima infatti sembra una farfalla, mentre la seconda ricorda un insetto della famiglia degli Scutelleridi, caratterizzati da una corazza dai colori scintillanti. I ‘ritratti’ sono opera della Wide Field Camera 3 di Hubble – in tutta la gamma delle lunghezze d’onda – e hanno messo in rilievo sia la complessità delle due nebulose, sia i cambiamenti in atto al loro interno; al momento si tratta delle immagini più complete di Ngc 6303 e Ngc 7027 mai realizzate. Grazie alla sensibilità del telescopio, gli studiosi hanno potuto constatare che ambedue le nebulose si stanno dividendo in tempi piuttosto rapidi dal punto di vista astronomico (parliamo di decenni) e che la velocità di tali cambiamenti potrebbe essere indicativa della fusione in corso all’interno delle suddette coppie di stelle. Ngc 6303 e Ngc 7027, inoltre, sono particolarmente polverose e, data la loro verde età, contengono copiose riserve di gas; presentano anche delle onde d’urto, fenomeno che si verifica quando intensi venti stellari interagiscono con le polveri e il gas emessi dagli astri in un recente passato. Tali onde producono delle bolle dai contorni ben definiti.
Secondo il gruppo di lavoro, tutte queste dinamiche – a partire dalla simmetria nell’aspetto zoomorfo – sarebbero dovute appunto alle coppie di stelle situate ognuna nel centro di Ngc 6303 e Ngc 7027. Infatti, la teoria più accreditata sulla formazione delle strutture nelle nebulose planetarie ne attribuisce le origini a sistemi binari in cui un astro perde massa. Le due componenti del sistema orbitano vicine tra loro tanto da interagire e produrre un disco di gas che si può collocare sia attorno ad una di esse, sia attorno a tutte e due. Il disco è la fonte da cui scaturisce il materiale che dal centro si spinge in direzioni opposte. Nei due sistemi binari in questione non sono state individuate direttamente le due componenti più deboli: gli studiosi ritengono esse siano sul punto di fondersi – o si siano già fuse – con le loro compagne, classificate come ampie giganti rosse. Infine, le due nebulose presentano dei ‘segni particolari’ che confermano le loro turbolenze interne: Ngc 6303 è attraversata da una specie di ‘S’, emblematica delle aree in cui il fervore è più intenso, mentre Ngc 7027 mostra una struttura che ricorda un quadrifoglio, creatasi là dove i cambiamenti in atto sono più accentuati.