Un team di astronomi dell’Università del Wisconsin ha misurato per la prima volta le bolle di Fermi nello spettro della luce visibile. Le bolle –  scoperte nel 2010 dall’omonimo telescopio della Nasa – sono strutture enormi che emettono radiazioni gamma e si estendono per cinquantamila anni luce, sopra e sotto il disco della Via Lattea. L’osservazione nella luce visibile  effettuata grazie al telescopio Wisconsin H-Alpha Mapper  (Wham) e presentata alla 236esima riunione dell’American Astronomical Society, aggiunge un nuovo elemento alle proprietà di queste misteriose strutture cosmiche.

Nel dettaglio gli astronomi hanno misurato l’emissione di luce dall’idrogeno e dall’azoto nelle bolle di Fermi nella stessa posizione delle ultime misurazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble nell’ultravioletto.

«Abbiamo combinato queste due misurazioni di emissione e assorbimento – commenta Dhanesh Krishnarao, autore principale dello studio –  per stimare la densità, la pressione e la temperatura del gas ionizzato e questo ci consente di capire meglio la provenienza di questo gas». I flussi di gas altamente energetici emessi dalla bolle si muovono a velocità estreme, allontanandosi dal centro della galassia. Ora grazie alla nuove misurazioni della densità e della pressione del gas ionizzato gli scienziati possono testare i modelli esistenti sull’origine delle bolle.

«Possiamo misurare la densità, la pressione e la struttura della velocità in molte zone grazie al telescopio Wham – continua  Bob Benjamin co- autore dello studio. Possiamo ampliare la  mappatura delle bolle sopra e sotto il piano della galassia per vedere se i modelli sviluppati in precedenza sono corretti. A differenza delle osservazioni nell’ultravioletto la luce visibile ci consente osservazioni a pieno campo, senza linee specifiche».

Ma non è tutto. Uno studio del genere può dirci molto di più anche sul processi che riguardano l’evoluzione della Via Lattea in particolare sulla sua regione centrale che è stata difficile da studiare a causa della presenza di fitte nubi di gas.

«Ci sono regioni della galassia che possiamo osservare solo  con strumenti molto sensibili come il teelscopio Wham – conclude Matt Haffner co-autore dello studio – che può darci informazioni sul centro della galassia precedentemente reperibili solo grazie all’infrarosso e alle osservazioni radio. Ora potremo fare paragoni con altre galassie remote effettuando lo stesso tipo di misurazioni verso il centro della Via Lattea».