Un nuovo studio, condotto dal professore associato Jean-Pierre Macquart  della Curtin University, centro dell’International center for radio astronomy research, è arrivato alla soluzione di un tema ancora avvolto dal mistero: la materia mancante, attraverso l’utilizzo dei lampi radio veloci. 

La materia mancante è quella parte di materia barionica, composta da protoni e neutroni, che manca nella stima della materia che dovrebbe essersi formata durante il Big bang. Nulla a che vedere con la materia oscura, che rimane tutt’ora inafferrabile. 

Sono trent’anni che gli astronomi cercano di trovare una soluzione al mistero della materia mancante utilizzando i telescopi tradizionali, ma senza successo.

I ricercatori del team del professor Macquart, sono stati in grado di identificarla utilizzando i lampi radio veloci: brevi lampi di energia che sembrano provenire da direzioni casuali nel cielo e che durano solo pochi millisecondi. 

Gli scienziati hanno usato questi lampi radio veloci come stazioni di pesatura cosmica. «La radiazione proveniente dai lampi radio veloci viene diffusa dalla materia mancante nello stesso modo in cui si possono vedere i colori della luce solare separarsi attraverso il prisma», ha affermato Macquart e continua «Ora siamo stati capaci di misurare le distanze di un numero sufficiente di lampi radio veloci per determinare la densità dell’Universo».

Gli scienziati non hanno ancora determinato la causa di questi lampi radio veloci, né sanno dove poterli cercare, ma hanno compreso che devono coinvolgere un’incredibile quantità di energia, equivalente a quella rilasciata dal Sole in 80 anni. 

Il professore J. Xavier Prochaska, dell’UC Santa Cruz co-autore dello studio, ha affermato che la scoperta dei lampi radio veloci e la localizzazione di questi lampi in galassie lontane sono state fondamentali per risolvere il mistero della materia mancante, insieme all’utilizzo del radiotelescopio australiano CSIRO’s Australian Square Kilometre Array Pathfinder, come aggiunge Ryan Shannon, anche lui co-autore dello studio, della Swinburne University of Technology. Questo radiotelescopio ha un ampio campo visivo, circa 60 volte le dimensioni della Luna piena e permette di visualizzare immagini ad alta risoluzione. Ciò significa che si possono individuare i lampi con relativa facilità e determinare la loro posizione nelle galassie ospitanti con incredibile precisione.

I ricercatori hanno individuato la relazione tra la distanza di un lampo radio veloce e il modo in cui si espande mentre viaggia per l’Universo; un’equivalente della legge di Hubble-Lemaitre, che dice che più una galassia è distante da noi, più velocemente si allontana da noi, ma relativa ai lampi radio veloci.