Un ‘sestetto’ spaziale che tiene il ritmo: non si tratta di un particolare ensemble di musica barocca, ma di un gruppo di esopianeti che orbita intorno alla stella Hd 158259, mostrando una straordinaria armonia. Il sistema, situato nella costellazione del Dragone, è stato scoperto nell’ambito di una campagna di osservazioni effettuate nell’emisfero celeste settentrionale, per cercare esopianeti simili alla Terra e a Nettuno. L’indagine è stata condotta con Sophie, lo spettrografo in dotazione all’Osservatorio Haute-Provence (nel sud della Francia), da un gruppo internazionale di astronomi coordinato dall’Università di Ginevra; i risultati sono stati pubblicati ieri su Astronomy & Astrophysics (articolo: “The Sophie search for northern extrasolar planets – XVI. Hd 158259: A compact planetary system in a near-3:2 mean motion resonance chain”). Gli studiosi hanno utilizzato anche i dati di Tess, il ‘cacciatore’ di esopianeti della Nasa, per rifinire ulteriormente la ricerca.

Hd 158259 è stata tenuta costantemente sotto controllo negli ultimi sette anni: le trecento misurazioni effettuate hanno permesso di scoprire che la stella gode della compagnia di ben sei pianeti, ovvero una super-Terra e cinque mini-Nettuno. Questo gruppo è ritenuto di grande interesse per gli studiosi perché presenta una struttura poco diffusa (sono solo una dozzina i sistemi che contengono sei o più esopianeti) e una spaziatura regolare tra un pianeta e l’altro; tale caratteristica può essere utile a comprendere quale processo di formazione sia all’origine di questa ‘famiglia’.

I dati raccolti da Sophie hanno evidenziato che i sei pianeti, partendo da quello più vicino alla stella, hanno masse comprese tra due e cinque volte quella della Terra e che il sistema è piuttosto compatto (la distanza tra il pianeta più esterno e Hd 158259 è inferiore di 2,6 volte a quella tra il Sole e Mercurio). Ma è la regolarità che rende questo sistema un unicum nel suo genere, dato che il rapporto tra le orbite di due pianeti susseguenti è molto vicino a 3:2: ciò significa che quando il pianeta più interno completa tre orbite, quello subito dopo ne completa quasi due e che quando il secondo pianeta a sua volta percorre tre orbite, il terzo ne percorre circa due e così via. Questo schema può essere spiegato con il fenomeno della risonanza orbitale, che gioca un ruolo molto importante nell’architettura dei sistemi planetari.

A questo punto, gli astronomi hanno cercato di capire come si sia formato il sestetto, ovvero se abbia avuto origine presso il luogo dove si trova attualmente o se abbia vissuto un fenomeno di migrazione planetaria. Il secondo scenario, in cui le risonanze orbitali hanno un notevole impatto, sembra quello più coerente per il sistema di Hd 158259. Inoltre, il fatto che il rapporto tra le orbite sia circa 3:2 suggerisce che il gruppo sia stato ‘catturato’ in passato nella risonanza orbitale per poi sfuggirle, dopo aver vissuto una migrazione simultanea. Gli autori della ricerca contano di svolgere ulteriori approfondimenti, partendo da questi dati orbitali, per studiare la struttura interna dei sei pianeti.