Il suo nome è K2-18b e – secondo gli astronomi dell’Università di Cambridge – è un esopianeta potenzialmente in grado di ospitare la vita. La scoperta è di notevole interesse per la comunità scientifica visto che aprirebbe la ricerca della vita su pianeti significativamente più grandi della Terra ma più piccoli di Nettuno.
Gli astronomi hanno analizzato la massa, il raggio e i dati atmosferici di K2-18b stabilendo che il pianeta potrebbe essere in grado di ospitare acqua liquida sulla sua superficie e di ospitare la vita al di sotto della sua atmosfera superiore, ricca di idrogeno. Questo mini-Nettuno ogni 33 giorni completa la sua orbita intorno alla stella nana rossa K2-18.
L’esopianeta è distante 124 anni luce da noi ed è 2,6 volte il raggio e 8,6 volte la massa della Terra e orbita attorno alla sua stella all’interno della sua zona abitabile. Per tale motivo il pianeta è stato oggetto di una significativa copertura mediatica nell’autunno del 2019, poiché due diversi team di ricerca hanno riferito di aver rilevato tracce di vapore acqueo nella sua atmosfera. Tuttavia, fino ad ora, gli scienziati non erano riusciti a misurare l’estensione dell’atmosfera e le condizioni dei suoi strati inferiori.
«ll vapore acqueo è stato rilevato nelle atmosfere di numerosi esopianeti ma anche se il pianeta si trova nella zona abitabile ciò non significa necessariamente che ci siano le condizioni per l’abitabilità in superficie – ha affermato Nikku Madhusudhan dell’Istituto di Astronomia di Cambridge – per stabilire le prospettive di abitabilità è importante ottenere una comprensione unificata delle condizioni interne e atmosferiche del pianeta, in particolare, se può esistere acqua liquida sotto l’atmosfera».
Date le grandi dimensioni di K2-18b, è stato suggerito che esso potrebbe essere più simile a una versione più piccola di Nettuno che a una più grande della Terra. Un mini Nettuno dovrebbe avere un significativo ‘involucro’ di idrogeno che circonda uno strato di acqua ad alta pressione, con un nucleo interno composto da roccia e ferro. Se l’involucro dell’idrogeno è troppo spesso la temperatura e la pressione sulla superficie dello strato d’acqua sottostante sarebbero troppo elevati per sostenere la vita.
Ora, Madhusudhan e il suo team, hanno dimostrato che nonostante le dimensioni di K2-18b il suo involucro di idrogeno non è necessariamente troppo spesso e lo strato d’acqua potrebbe avere le giuste condizioni per sostenere la vita. Per farlo hanno usato le informazioni già disponibili sulla sull’atmosfera, sulla massa e sul raggio per determinare la composizione e la struttura dell’atmosfera, usando modelli numerici dettagliati e metodi statistici.
I ricercatori hanno confermato che l’atmosfera è ricca di idrogeno con una quantità significativa di vapore acqueo. Hanno anche scoperto che livelli di altre sostanze chimiche come metano e ammoniaca sono inferiori alle aspettative e resta ancora da scoprire se questi livelli possano essere attribuiti a processi biologici.
Il team ha utilizzato le nuove informazioni per creare un modello del pianeta che comprende l’estensione dell’involucro di idrogeno, le temperature e la pressione dell’acqua. I ricercatori hanno scoperto che l’estensione massima dell’involucro dell’idrogeno consentita dai dati è pari a circa il 6 percento della massa del pianeta. Questi dati suggeriscono che K2-18b sia un mondo oceanico, con acqua liquida al di sotto dell’atmosfera e pressione e temperature simili a quelle che si trovano negli oceani terrestri. I pianeti come K2-18b, saranno più facilmente osservabili dai telescopi che andranno in orbita nel prossimo futuro come il James Webb , che sarà in grado di studiare in modo più dettagliato la composizione dell’atmosfera di questo mini Nettuno.