Il 2019 è stato un anno ricco di eventi – positivi e non – per il nostro pianeta natale: eruzioni vulcaniche, cicloni tropicali, incendi e molto altro. I satelliti in orbita e gli strumenti a bordo della Stazione spaziale internazionale hanno monitorato il globo – e continuano a farlo costantemente – fornendo informazioni preziose a scienziati e comuni cittadini sul modo in cui il nostro pianeta sta cambiando.

Ecco le immagini più significative del 2019 selezionate dalla Nasa e ottenute combinando dati di diversi strumenti scientifici.

 

  1. Sedimenti nel Solway Firth

Il Solway Firth, il terzo estuario più grande del Regno Unito, si trova al largo della costa sud-occidentale della Scozia. Nell’ottobre 2019, lo strumento Operational Land Imager sul satellite Landsat 8 ha realizzato questa immagine quando le acque lungo la costa erano ricche di sedimenti e materia organica ( piante, terreno e plancton). Come è possibile osservare nella foto sottostante, l’acqua cambia colore bruscamente al largo, poiché le acque della baia incontrano quelle più profonde del Mare d’Irlanda. I dati satellitari, come in questo caso, aiutano gli scienziati a comprendere al meglio il modo in cui il movimento dell’acqua influisce sui sedimenti.

  1. Il risveglio del ciclone tropicale Idai

Nel marzo 2019 il ciclone tropicale Idai si è scagliato sull’Africa sud-orientale, diventando una delle tempeste più pericolose mai registrate nell’emisfero australe. Il ciclone ha causato inondazioni catastrofiche, frane e centinaia di vittime in Monzambico, Malawi e Zimbawe. Una delle aree più colpite è stata Beira, la seconda città portuale del Monzambico. A causa della tempesta, il 20 marzo 2019, circa un milione di persone è rimasto senza elettricità. L’immagine, acquisita grazie ai dati del National Oceanic and Atmospher Administration (Noaa) e del Visible Infrared Imagig Radiometer Suite (Viirs),  mostra l’unica area ‘illuminata’. Lo scopo dei satelliti in questo caso è stato quello di segnalare ai soccorritori le aree in cui intervenire per ripristinare l’elettricità.

 

 

  1. Il delta del fiume Lena in Siberia

Il delta del fiume Lena è una vasta zona che si estende dal nord-est della Siberia fino all’Oceano Artico. Durante il periodo estivo il fiume riemerge per un breve periodo sciogliendo il ghiaccio fino alla costa. Le aree celesti indicano lo scioglimento dei ghiacci mentre quelle verdi sono probabilmente il risultato della materia organica – detriti di foglie e rami – disciolta nell’acqua. I dati del fiume Lena sono stati acquisiti il 4 giugno 2019 dal satellite Landsat 8 e aiutano gli esperti a tenere traccia di come le stagioni influenzano le risorse idriche durante il cambiamento climatico in corso.

 

  1. Incendi in Paraguay, Bolivia e Brasile

Il 2019 ha visto un forte aumento degli incendi in tutto il Sud America e in alcune parti dell’Amazzonia. In questa immagine satellitare, acquisita da Landsat 8 lo scorso agosto, gli incendi sono visibili anche al confine tra Bolivia, Paraguay e Brasile. Le aree incendiate appaiono nere.

Secondo uno studio Nasa, l’atmosfera sopra la foresta pluviale amazzonica a causa degli incendi si è letteralmente ‘prosciugata’, lasciando gli ecosistemi vulnerabili alla siccità. I sistemi di monitoraggio forestale basati sulle osservazioni satellitari hanno svolto un ruolo chiave nel rallentare la deforestazione, fornendo dati ai cittadini, scienziati ed agenzie governative.

 

  1. La siccità improvvisa nel sud-est degli Stati Uniti

Le siccità improvvise asciugano il terreno molto rapidamente a causa di una combinazione di temperature insolitamente calde, bassa umidità e vento. Questo è quanto è accaduto nel sud-est degli Stati Uniti, dove le temperature hanno raggiunto picchi da record, con aria secca e scarse piogge.

L’immagine arriva dai dati dei satelliti geostazionari di Noaa e Virss. La combinazione dei due strumenti ha permesso di osservare le quantità di acqua che stanno evaporando dalla superficie terrestre e dalle piante.

 

  1. Cenere e neve dal vulcano Shiveluch

L’Anello di Fuoco nella penisola della Kamchatka, in Siberia, è una delle aree geologicamente più attive del pianeta, in cui sono presenti più di 300 vulcani di cui 29 attivi.

Il 10 aprile 2019, per circa trenta minuti, il vulcano Shiveluch ha rilasciato per quasi otto chilometri gas e cenere nella fredda aria della Siberia. L’eruzione ha lasciato un’inconfondibile firma sulla neve sottostante che molti satelliti hanno avuto la possibilità di monitorare. Nell’immagine satellitare, acquisita da Landsat 8, è possibile osservare il pennacchio di vapore e gas fuoriuscire dalla cima del vulcano.

I vulcani della Kamchatka rendono la regione decisamente inospitale – basti pensare che meno di 350.000 persone vivono nella penisola. La mancanza di strade comporta l’utilizzo di elicotteri come unico mezzo per spostarsi in molte aree. Di conseguenza, i satelliti sono necessari per monitorare l’area.

 

  1. Quattro cicloni tropicali visti dallo spazio

Il 4 settembre 2019 quattro cicloni tropicali si sono ‘allineati’ nell’emisfero occidentale, formando idealmente una catena. Essi sono Dorian, Juliette, Fernand e Gabrielle.

Nel momento in cui è stata acquisita la foto l’uragano Dorian si trovava nell’Atlantico, Juliette nel Pacifico, Fernand era appena approdato sulla parte nord-orientale del Messico e Gabrielle nell’atlantico orientale.

I dati, acquisiti dal satellite Goes-16 gestito da Noaa, forniscono agli scienziati nuovi mezzi per poter prevedere la direzione dei cicloni, al fine di salvaguardare le possibili aree colpite.

 

  1. Tempesta di polvere in Africa meridionale

Sebbene il deserto del Sahara, nell’Africa settentrionale, sia una delle principali fonti di polvere al mondo, anche l’Africa meridionale viene colpita da intense tempeste.

Questa immagine è stata scattata il 25 settembre 2019 dallo strumento Viirs. In quel momento gli abitanti delle città lungo la costa occidentale della Namibia e del Sudafrica, hanno visto il cielo colorarsi di rosso a causa della tempesta di sabbia in corso. L’evento ha riguardato un’ampia area a nord e sud del fiume Orange, che fa parte del confine tra Namibia e Sudafrica. I venti hanno soffiato così tanta polvere da offuscare l’aria e impedire la visibilità, a tal punto da impedire agli aerei di atterrare negli aeroporti vicini.

 

  1. Nuvole sopra il Polo Nord

Mentre la primavera lascia il posto alla stagione estiva nell’emisfero settentrionale, insoliti blocchi di nuvole colorano di blu i cieli del Polo Nord. Questa immagine, realizzata il 12 giugno 2019, mostra le cosiddette nubi nottilucenti, note anche come nubi polari mesosferiche, che appaiono tra i 74 e gli 85 chilometri sopra la superficie terrestre nell’ora de crepuscolo, prima del tramonto.  Il fenomeno si verifica poiché le nubi, composte prevalentemente da acqua ghiacciata, sono correlate con l’attività solare: quando diminuiscono le macchie solari, il loro numero aumenta. I dati, acquisiti dall’Aeronomy of Ice in the Mesosphere (Aim) della Nasa, mostrano che dal 2007 ad aggi le nubi si estendono a latitudini più basse e con maggiore frequenza rispetto al passato, a causa di cambiamenti nell’atmosfera.

 

  1. Eclissi solare totale nel Sud Pacifico

Il 2 luglio 2019, la regione del Sud Pacifico, il Cile e l’Argentina, hanno avuto il raro privilegio di assistere ad un’eclissi solare totale.

Il fenomeno si verifica quando la Luna si trova perfettamente allineata tra la Terra ed il Sole, bloccando completamente l’intero disco del Sole. In media, l’eclissi solare totale si verifica nello stesso punto ogni 375 anni. Il satellite Aqua ha catturato questa immagine mentre viaggiava verso est sull’Oceano Pacifico meridionale.