Si chiama Goldilocks zone ed è la fascia di abitabilità, né troppo calda né troppo fredda. La sua temperatura di mezzo garantisce il supporto alla vita per i pianeti in essa compresi. La virtù sta nel mezzo e quindi la regione che permette l’esistenza dell’acqua liquida su un pianeta è definita Riccioli d’oro, in omaggio al personaggio della fiaba che scartava gli estremi e sceglieva la via mediana. Gli studiosi ritengono che esistano anche le stelle Goldilocks, né troppo calde, nè troppo fredde, nè troppo violente per ospitare pianeti favorevoli alla vita. Per questo, con il Progetto GoldiloKs, Edward Guinan e Scott Engle, dell’Università di Villanova in Pennsylvania, stanno conducendo una ricerca per individuare le stelle Riccioli d’oro. I risultati delle osservazioni sono stati presentati alla riunione dell’American Astronomical Society a Honolulu, Hawaii.
Con il telescopio spaziale Hubble, il telescopio a raggi X Chandra della Nasa e il satellite XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea, i due ricercatori misurano l’età, il tasso di rotazione e le radiazioni a raggi X e ultraviolette su un campione di stelle G e K. “Le stelle leggermente più fredde e meno luminose del nostro Sole, classificate come stelle nane K, sono le vere Goldilocks stars”, ha spiegato Guinan “Le K hanno proprietà intermedie tra le stelle G, più rare, più luminose, ma di durata più breve, e le più numerose stelle M, nane rosse”. Per Guinan, vicino alle nane K c’è una maggiore probabilità di trovare pianeti abitabili.
Le stelle K, nane arancioni, vivono da 15 a 45 miliardi di anni e sono più longeve del nostro Sole che invece, nel giro di 9 miliardi di anni, è destinato a diventare un gigante rosso che potrebbe inghiottire la Terra. Con la sua rapida evoluzione stellare il nostro Sole renderà la Terra in gran parte inabitabile nell’arco dei prossimi 1 o 2 miliardi di anni.
Sull’altro fronte ci sono le abbondanti nane rosse, di piccole dimensioni, conosciute come stelle nane M, con una durata ancora più lunga e una radicata ostilità alla vita. I pianeti che si trovano nella stretta zona abitabile di una nana rossa, sono esposti ad alti livelli di radiazioni a raggi X e radiazioni ultraviolette, centinaia di migliaia di volte più intense di quelle che la Terra riceve dal Sole. “Non siamo ottimisti sulle possibilità di trovare vita intorno a molte stelle M”, ha detto Guinan.
Niente a che vedere con le stelle nane K, che sottopongono i propri pianeti a radiazioni più blande e, forti di una durata più lunga di quella del nostro Sole, garantiscono più tempo per l’evoluzione biologica della vita su un pianeta.