«Ho fiducia nel Congresso e credo che riusciremo ad avere i fondi necessari per sviluppare un secondo lander lunare». Sono queste le parole dell’amministratore dell’agenzia spaziale americana Bill Nelson, pronunciate dopo l’approvazione da parte del Congresso di una risoluzione che finanzia il governo federale per il prossimo anno fiscale.  Questo provvedimento ha impedito il cosiddetto shutdown, ovvero il  blocco delle attività amministrative che avrebbe messo a rischio anche il lancio della missione Lucy in programma questo mese. 

Oltre al finanziamento provvisorio, il disegno di legge prevede anche l’erogazione di  fondi supplementari per i soccorsi in caso di catastrofe, nel specifico i 321,4 milioni di dollari che dovrebbero essere utilizzati dalla Nasa per riparare i danni causati dagli uragani Zeta e Ida al Michoud Assembly Facility di New Orleans e allo Stennis Space Center nel Mississippi.

Il dibattito sulla risoluzione  è  complicato  a causa della controversia legale in corso sulla realizzazione  dello Human Landing System assegnato dalla Nasa a SpaceX. Blue Origin ha inviato lo scorso  aprile una protesta formale al Government Accountability Office (Gao), respinta da quest’ultimo. In seguito l’azienda di Jeff Bezos ha intentato causa alla Court of Federal Claims per impugnare tale decisione ed è in attesa del responso entro il 1 novembre. Durante la protesta con il Gao, gli avvocati della Nasa hanno dichiarato che la controversia potrebbe avere conseguenze sul piano  politico e,  nella peggior e delle ipotesi, potrebbe mettere a repentaglio il supporto del Congresso al programma Artemis. 

«Non sono preoccupato riguardo al supporto del Congresso ad Artemis – afferma invece Nelson – il programma è un punto di svolta per la Nasa: l’obiettivo è tornare sulla Luna per poi spostare i nostri sforzi su Marte».