Rischia grosso un pianeta extrasolare impegnato in una serie di manovre azzardate che lo stanno portando ad un poco gradito incontro ravvicinato con la sua stella ospite: l’incosciente in questione è Wasp-12b, un gioviano caldo scoperto nel 2008 e situato nella costellazione dell’Auriga, ad una distanza di 600 anni luce dalla Terra.
L’oggetto celeste è al centro di uno studio coordinato dal Dipartimento di Scienze Astrofisiche dell’Università di Princeton e pubblicato di recente su The Astrophysical Journal Letters (articolo: “The orbit of Wasp-12b is decaying”); l’indagine, che ha coinvolto scienziati di altre università e istituzioni di ricerca statunitensi, ha avuto anche il supporto della Nasa nell’ambito del programma ‘Origins of Solar Systems’. Le osservazioni sono state condotte con il Flwo (Fred Lawrence Whipple Observatory) in Arizona, tra novembre 2017 e gennaio 2019; ad integrazione di esse, sono stati impiegati dati raccolti dal telescopio Spizter della Nasa e dal Keck Observatory, alle Hawaii.
Wasp-12b, come è tipico degli Hot Jupiter, è un gigante gassoso che orbita molto vicino alla sua stella (Wasp-12), coprendo il percorso in sole 26 ore. Le posizioni che occupano questi esopianeti hanno sempre posto agli studiosi degli interrogativi sulla loro sopravvivenza: infatti, le interazioni gravitazionali che si vengono a creare tra i giovani caldi e i loro astri di riferimento sono tali da indurre i primi ad assumere dei movimenti a spirale, che inesorabilmente li porteranno verso una brutta fine. La durata effettiva di questi processi rappresenta un rebus per gli esperti, che devono ragionare su scale temporali molto diverse da quella umana: l’indagine condotta su Wasp-12b, tuttavia, ha consentito di effettuare delle previsioni e quindi di aggiungere un tassello in più sia al percorso evolutivo degli Hot Jupiter, sia al comportamento delle stelle come corpi fluidi.
Nell’ambito delle interazioni gravitazionali tra il gigante gassoso e Wasp-12, si creano delle onde di marea all’interno della stella che la portano ad assumere un aspetto distorto e ad oscillare. Queste onde, a causa dell’attrito, si scontrano e le oscillazioni si attenuano: questo processo, gradualmente, converte l’energia orbitale del pianeta in calore nel ‘cuore’ della stella. Come conseguenza, il pianeta inizia a muoversi verso l’interno, seguendo un movimento a spirale. Misurare la rapidità con cui l’orbita di un pianeta si restringe permette agli scienziati di trarre utili informazioni sia sul comportamento dell’interno delle stelle, sia sull’evoluzione dei sistemi esoplanetari; questo processo è stato osservato per la prima volta per questo studio, dopo essere stato teorizzato oltre 20 anni fa, quando fu scoperto il primo Hot Jupiter.
Secondo gli autori del saggio, molti gioviani caldi potrebbero essere scomparsi a causa di questo decadimento orbitale: l’incontro fatale con le loro stelle avrebbe disperso il loro involucro gassoso, lasciando solo un nucleo roccioso dal look simile ad una super-Terra o ad un mini-Nettuno (nel caso in cui sia rimasto un po’ di gas). Gli studiosi ritengono che, in circa 3 milioni di anni, Wasp-12b sarà distrutto (in alto un’elaborazione artistica – crediti: Nasa/Jpl-Caltech).