Cst-100 Starliner fa ritorno sulla Terra dopo aver testato con successo le capacità dei suoi sistemi operativi. La navetta di Boeing è partita insieme alla Crew Dragon di SpaceX del Commercial Crew Program della Nasa il 20 dicembre alle 12.36 italiane dalla base Nasa di Cape Canaveral, a bordo di un razzo Atlas V della United Launch Alliance.
Lo scopo della missione era testare la capacità dei sistemi operativi della navetta, le comunicazioni, la propulsione, il ritorno in sicurezza sulla Terra e l’attracco alla Iss, che non è stato completato. Il mancato docking con al Iss, è stato causato da un errore tecnico verificatosi alcuni minuti dopo il lancio: Starliner non ha acceso il motore principale necessario per raggiungere l’orbita pianificata. L’errore, secondo le prime analisi, è stato causato da un problema a uno degli orologi di bordo che ha compromesso una serie compiti che la capsula avrebbe dovuto portare termine in modo automatico.
«Il piano di volo prevedeva il docking della Starliner con la Iss e il ritorno a terra- ha commentato l’amministratore della nasa Jim Bridenstine – ma purtroppo la navetta non ha raggiunto l’orbita pianificata e non è riuscita ad attraccare. I test continueranno, i tecnici di Boeing e Nasa si sono messi da subito al lavoro per garantire che la navetta potesse rimanere in un’orbita stabile e che riuscisse a conservare abbastanza carburante per il ritorno».
E così è stato. La navetta ha eseguito una manovra di inserimento nell’atmosfera terrestre, ha aperto i suoi tre paracadute principali e i sei airbag per poi atterrare nel deserto nei pressi della base Boeing di White Sands, nel New Mexico alle 15.58 italiane del 22 dicembre. La capsula è stata la prima nella storia del volo umano americano ad atterrare a terra e non in mare, come accadeva regolarmente all’epoca del programma Apollo.
Ora la Starliner è di nuovo nelle mani dei tecnici Boeing che la rinnoveranno e la prepareranno per il prossimo passo: la prima missione con equipaggio a bordo. La navetta si è già meritata un nuovo nome datole dall’astronauta Suni Willliams uno dei membri della crew: Calypso, come la nave del celebre esploratore dei mari Jacques Cousteau.
«Questa missione ha rafforzato la fiducia dei team Nasa e Boeing – ha dichiarato Jim Mohrard vicedirettore della Nasa – abbiamo testato con successo i vari sistemi e le parti più difficili di questa missione sono state un successo. E siamo solo all’inizio!».