Costituiscono circa i tre quarti delle aree costiere dell’Antartide, rivestono un ruolo importante per la stabilità delle coperture di ghiaccio e sono al centro di un recente studio basato sui dati della missione CryoSat dell’Esa: sono le piattaforme glaciali (ice shelves), sotto la lente degli esperti soprattutto per i cambiamenti dei loro fronti che si affacciano sul mare.

L’indagine, pubblicata su Remote Sensing (articolo: “Sub-Annual Calving Front Migration, Area Change and Calving Rates from Swath Mode CryoSat-2 Altimetry, on Filchner-Ronne Ice Shelf, Antarctica”), ha preso in considerazione i dati dell’altimetro radar di CryoSat, focalizzandosi su una specifica piattaforma, la Filchner-Ronne che si affaccia sul Mare di Weddell; l’indagine ha coinvolto ricercatori dell’Esa, di altri enti di ricerca europei e della società Enveo, che si occupa di servizi nel campo del telerilevamento.

L’articolo illustra come gli scienziati abbiano utilizzato una nuova metodologia nell’analisi dei dati, da cui è stata ricavata una serie temporale che analizza i movimenti del fronte glaciale della suddetta piattaforma, la seconda dell’Antartide in termini di grandezza; la nuova tecnica è stata definita ‘elevation edge’ e integra con efficacia le rilevazioni effettuate con le immagini radar e ottiche.

Le piattaforme sono estensioni galleggianti e permanenti delle coperture glaciali (ice sheets) e sono alimentate da vaste correnti di ghiaccio che provengono dalle loro aree interne; si formano quando le coperture si muovono verso l’oceano e si staccano dal sottostante letto roccioso. L’avanzata o il ritiro delle piattaforme è dovuto all’equilibrio tra l’acquisizione di nuova massa (dalle nevicate in superficie e dai flussi sotterranei di ghiaccio) e la perdita di essa (per l’azione di scioglimento dell’acqua oceanica o per il distacco degli iceberg). I cambiamenti climatici hanno inciso anche sulle piattaforme, minandone la compattezza, l’estensione e, nei casi più gravi, portandole al collasso. La mappatura via satellite di queste entità, specie del loro fronte che si affaccia sul mare, è di fondamentale importanza per tenere d’occhio la loro resistenza e il rischio di distacchi.

I dati di CryoSat hanno messo in rilievo che la piattaforma Filchner-Ronne è cresciuta di oltre 800 chilometri quadrati all’anno nel periodo 2011-2018; l’avanzata del ghiaccio è stata interrotta solo nel 2012, quando si è formato un iceberg di 120 chilometri quadrati, e in occasione di qualche altro evento minore. Gli studiosi ipotizzano che la crescita possa essere fermata da un altro distacco, come conseguenza naturale del ciclo di vita delle piattaforme glaciali; tuttavia, questi fenomeni avvengono con intervalli di tempo di alcuni anni, se non decenni, e non soddisfano tutti i quesiti ancora aperti in merito ai distacchi di ghiaccio.

Secondo gli autori del saggio, infine, i dati di CryoSat possono essere efficacemente integrati da quelli relativi alla velocità di movimento dei ghiacci, raccolti dai satelliti Sentinel-1 del programma Copernicus: l’utilizzo congiunto, infatti, può essere utile per calcolare i cambiamenti nello spessore e nell’ampiezza delle piattaforme, il loro tasso di avanzata e quello di formazione degli iceberg.

Foto in alto: l’avanzamento del ghiaccio della piattaforma Filchner-Ronne (Crediti: Enveo).