Un esploratore eclettico che, progettato per andare a caccia di esopianeti, si è rivelato utile anche per studiare le comete: si tratta di Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), missione targata Nasa in orbita dall’aprile 2018, il cui sguardo elettronico ha sorpreso la cometa 46P/Wirtanen in una fase ‘effervescente’. Le osservazioni effettuate dal satellite Nasa sono al centro di un recente studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters (articolo: “First Results from TESS Observations of Comet 46P/Wirtanen”); l’indagine è stata svolta da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Astronomia dell’Università del Maryland.

L’obiettivo di Tess ha colto la formazione e il successivo dissolvimento di un’esplosione cometaria avvenuta per cause naturali, realizzando la più esauriente e dettagliata osservazione del fenomeno: in pratica, il satellite ha scattato la sequenza completa di quanto avvenuto a 46P/Wirtanen nell’autunno del 2018, quando si stava avvicinando alla Terra. La normale attività cometaria è connessa all’azione della luce solare che vaporizza il ghiaccio vicino alla superficie del nucleo, da cui i gas sottraggono le polveri all’origine della chioma. Alcune comete, però, sperimentano occasionalmente delle esplosioni spontanee che ne accrescono l’attività in maniera significativa e limitata nel tempo. Il meccanismo che innesca questi processi non è ancora nota, anche se sono state formulate svariate ipotesi, come il verificarsi di un evento termico che agisce sul ghiaccio, oppure di un evento meccanico correlato ad un crollo.

Nel caso di 46P/Wirtanen, l’esplosione è iniziata il 26 settembre 2018 e l’avvio si è presentato in due fasi distinte: un bagliore intenso durato un’ora, seguito da una luminosità crescente che si è protratta per altre 8 ore. Dopo aver raggiunto il picco di brillantezza, la cometa è ‘rientrata nei ranghi’ nel giro di due settimane circa. Dato che Tess scatta immagini dettagliate ogni 30 minuti, il gruppo di lavoro ha potuto disporre di tutta la sequenza dell’esplosione. A questo link è visibile l’immagine .gif del fenomeno.

Analizzando i dati di questo evento traumatico, gli astronomi hanno calcolato che 46P/Wirtanen avrebbe emesso circa 1 milione di chilogrammi di materiale; questa perdita avrebbe generato un cratere ampio una ventina di metri. Inoltre, grazie a Tess, è stato possibile individuare per la prima volta la scia di polveri della cometa, che non va confusa con la coda. Quest’ultima, infatti, è costituita da gas e fini particelle di polveri, mentre la scia è una traccia di detriti più grandi che si estende lungo il percorso di questo oggetto celeste e ha un orientamento abbastanza costante nel tempo. Gli autori del saggio intendono proseguire la loro analisi di 46P/Wirtanen e cercare tra i dati di Tess altre comete per approfondire i processi che portano a queste esplosioni spontanee.